Osservatorio sul mondo dell’arte rivolto alla crisi dell’uomo d’oggi. Ventisei artisti interpreti della condizione umana
di Renato Mammucari
Al giorno d’oggi, dopo un periodo di crisi globale dalla quale ormai diventa sempre più difficile individuare una via d’uscita, cresce spontaneo nella mente umana il bisogno di capire i veri motivi di tali problemi. E ancor più dal momento in cui l’uomo vede tutti i suoi ideali e valori puntualmente soffocati dagli aspetti tanto violenti e distruttivi quanto superficiali della società moderna. Proprio sulla base di queste riflessioni, abbiamo scelto 26 artisti contemporanei di diverse nazioni nel mondo, che con le loro opere d’arte testimoniano di questa speranza dell’uomo in un cambiamento, progressivo ma necessariamente radicale, della società in cui vive. In questo modo, mostrando attraverso l’arte i diversi aspetti della condizione attuale dell’uomo, questi artisti – tra l’altro già conosciuti a livello internazionale – si schierano in difesa dell’umanità. Problematiche del genere erano già state trattate in diverso modo e in diversi obiettivi nel 1992 dal “Post Human”, che analizzava come fosse avvenuto nella nostra civiltà il cambiamento da naturale ad artificiale. Ora, con questi artisti, all’inizio del Terzo Millennio tale riflessione viene ripresa e, anzi, rinnovata in modo tale da far emergere quello che può essere chiamato il “valore Uomo” proprio cercando di mostrare i fattori che lo hanno indebolito. A questo proposito, un fatto che ha sconvolto profondamente i comportamenti umani è stato l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 Settembre 2001, così che l’occhio analitico dell’artista contemporaneo ha saputo identificare in esso uno dei tanti segnali di crisi che già cominciavano ad accerchiare l’umanità. Ecco allora che questi 26 artisti ci invitano a riflettere, ognuno a suo modo, ma nello stesso tempo vicini allo stesso obiettivo, ossia al raggiungimento di una certa cooperazione tra gli uomini, che possa portare ad una condizione finalmente pacifica e prospera per tutta l’umanità. Cominciamo con tre artisti italiani: Vincenzo Castella, Roberto Cuoghi e Francesco Guadagnuolo. Vincenzo Castella, operando nel campo della fotografia, illustra il passaggio dall’immagine analogica a quella digitale, riproducendo l’attuale condizione umana con tutti i suoi disagi. Roberto Cuoghi, nelle sue opere, rappresenta gli aspetti più inquietanti e sconvolgenti della realtà, per indurre a riflettere sulla perdita dell’identità umana. Francesco Guadagnuolo invece tratta i temi più vari, che spaziano dall’arte in sé e per sé fino alla scienza, alla musica, al cinema e alla poesia. Il tutto volto a sensibilizzare l’osservatore in merito ai problemi che più sconvolgono la società attuale, anche attraverso figure umane che lasciano intuire un forte contrasto tra stati d’animo anche molto differenti l’uno dall’altro. In ogni sua opera, quindi, traspare la sofferenza dell’essere umano che non vede combaciare i suoi ideali con quella che è poi la sua reale condizione. Lo spagnolo Miquel Barcelò ripercorre la questione del dialogo tra vita e morte in una sorta di viaggio tra le diverse culture fuori dall’occidente. Il newyorkese Bill Viola ci presenta delle video-installazioni che hanno come elemento determinante l’acqua, come fonte di vita e di purificazione ma anche di morte, sempre con lo scopo di ragionare sulla condizione dell’uomo nella società contemporanea. Dagli Stati Uniti due fotografi Gregory Crewdson e Edward Burtynsky: il primo mostra la vita oscura e solitaria dei quartieri periferici americani, mentre il secondo mostra dei paesaggi inquinati dall’uomo come metafora della stessa condizione umana. Inoltre altri quattro artisti: Eric Fishl, che incentra i suoi quadri sull’interiorità e la psicologia dell’uomo, Lisa Yuskavage, che tratta della condizione della donna, Tony Oursler, che crea dei soggetti da lui stesso definiti “caricature elettroniche di esseri umani”, e Karen Kilimnik, che rievoca il sentimento di nostalgia nei confronti delle epoche passate in quanto molto meno danneggiate di quella attuale. Ulteriori cinque artisti dalla Germania: Stephan Balkenhol riflette e porta a riflettere sulla banalità della condizione umana attraverso le sue sculture in legno; Franz Ackermann dipinge scene di vita umana che fanno capire come l’uomo sia circondato quotidianamente da immagini autentiche solo in apparenza; lo scultore Thomas Schutte si occupa di dubbi e debolezze dell’uomo; Kiki Smith, sempre nell’ambito della scultura, crea delle figure umane contorte con lo scopo di ricercare l’identità della donna nella società moderna; Daniel Richter, infine, affronta temi presi dalle Sacre Scritture e dalla vita presente. A seguire, tre artisti cinesi: Fang Lijun e Xiaogang Zhang, entrambi esponenti del cosiddetto “Realismo cinico”, osservano la realtà nei suoi aspetti più allarmanti, ragionamento questo scaturito in gran parte dagli eventi accaduti in Piazza Tienanmen nel 1989; invece Yan Pei-Ming realizza opere ispirate al Realismo grottesco. Altri due artisti del Sudafrica: William Kentridge, che con le sue opere ci parla della sofferenza dell’uomo, per esempio facendo riferimento alle lotte contro le minoranze, e Marlene Dumas, che traccia in un certo senso un profilo psicologico dell’essere umano, attraversando temi quali la nascita, la morte, la condizione fisica con le relazioni collettive fra gli uomini che purtroppo sfociano spesso in fenomeni negativi come il razzismo, la sudditanza, la voglia di superiorità e di dominio. Il belga Francis Alys utilizza il quotidiano come strumento per la descrizione di rapporti sociali e storie umane di vario genere. La francese Sophie Calle unisce la vita con l’arte attraverso inquietanti installazioni fotografiche. L’australiano Ron Mueck crea sculture iperrealiste con cui esprime i sentimenti più nascosti della psiche umana. L’egiziana Ghada Amer affronta il tema della sottomissione della donna nei Paesi arabi. Infine, il turco Kutlug Ataman ci presenta fotografie volte a far pensare in merito ai temi dell’individualità e della funzione mnemonica collettiva. Scegliendo questi 26 artisti, quindi, la speranza è di indurre l’osservatore a riflettere sulla nostra società, e sui vari fattori che l’hanno fatta sprofondare nel caos in cui si trova attualmente. In questo modo, l’arte potrà essere un valido canale per trasmettere quegli ideali dai quali l’uomo è stato e continua ad essere distolto, con l’obiettivo alquanto ottimista di fargli adottare i necessari rimedi per riportare la società ad un livello più pacifico e adatto per cominciare a progettare un futuro migliore.