La domanda che i cittadini calabresi si pongono, ormai da tempo, è quella di poter avere una prospettiva diversa da ciò che hanno imparato a conoscere. Oggi ci indigniamo, giustamente, per il grave fatto di Oppido Mamertina. Il caso è divenuto oggetto di curiosità nazionale. Tanto mi pare normale in un mondo globalizzato. Quanto è avvenuto mi ha ricordato altri casi più gravi commessi dalla ‘ndrangheta e che avrebbero meritato, non solo all’epoca, attenzione ma soprattutto prese di posizione significative per un cambiamento che sin da allora i cittadini calabresi chiedevano: politica democratica decisiva e forte. La ‘ndrangheta dominava e domina ancora e non solo nei territori calabresi. Vogliamo davvero costruire un fronte contro? Si può. Servono meno ambiguità. Voglio ricordare, a tal proposito, che il presente ha un cuore antico: circa vent’anni fa a Taurianova il prete della chiesa matrice a fronte di quel gravissimo atto che costò la vita ai due fratelli Grimaldi e che barbaramente vide dei giovani tagliare loro la testa per poi lanciarla in aria e sparargli contro, come nel tiro a piattello, fu l’unico a reagire nel mentre l’Associazione Donne Contro la mafia e la Violenza di Ogni Tipo si metteva contro i fautori di quel barbaro gesto, invitando le popolazioni a partecipare all’iniziativa di piazza. Ahi me! Non si verificarono immediate solidarietà. Arrivarono solo più tardi. Le donne furono caparbie e si andò avanti. La politica fu disattenta e indolente, mi riferisco a “tutti”, nessuno escluso. Distinguersi fu difficile difronte quella esecrabile esecuzione! I fatti che ci consegna la storia hanno purtroppo la testa dura. Quel prete si mise in trincea e fece attaccare sui muri della cittadina un manifesto listato a lutto nel quale condannava il gesto, gli esecutori e i mandanti. Quel prete chiedeva pentimento. La storia ci dice che non tutti i preti sono uguali. Quel prete è per me l’esempio di cristianità e di libertà. Certo, in questo quadro di riferimento un’attenzione particolare merita l’accettazione degli oboli che vengono elargiti per la conquista del “Paradiso”. Non bisogna accettare più oboli da parte di coloro che sono in odore di ‘ndrangheta. Ci vuole coraggio? Certamente si e dobbiamo smetterla a volte di fare tanto rumore per nulla. Siamo tutti colpevoli quando facciamo finta di non sapere. Serve un’azione corale di prevenzione, in testa ci vuole il governo nazionale assieme ai governi locali, alle forze dell’ordine e alla magistratura. Ci vuole fermezza per fare venire fuori una vera svolta. Al capo del governo e alla presidente della Commissione antimafia attuale chiediamo una svolta adeguata alle necessità. Al capo del governo attuale le donne calabresi e non solo chiedono una presenza forte a Oppido Mamertina, finalizzata a dare sicurezza alle popolazioni e alle forze dell’ordine. L’abbandono è una malattia grave e antica. Aggrediamo con creatività la piaga della disoccupazione meridionale. Il lavoro è priorità e dignità umana e questo governo nazionale vuole cambiare verso. Il fare è difficile, si dovrà azzerare ogni compromesso lecito e illecito avendo accortezza a non buttare il bambino con l’acqua sporca. La partecipazione democratica alle primarie del centrosinistra per la scelta del sindaco a Reggio Calabria ha registrato grande successo. Un giovane, Giuseppe Falcomatà, potrà diventare un sindaco che cambia verso, così come il segretario provinciale del PD Seby Romeo ha precisato qualche sera fa in piazza: non si illuda più nessuno del vecchio modo di gestire il comune di poter rimanere in campo. La vecchia gestione è condannata ed è fuori dai nostri obiettivi di cambiamento chi ha operato negativamente contro i cittadini di Reggio, a partire dalle vecchie classi dirigenti che si dovranno mettere da parte. La prospettiva del PD sarà trasparente e ferma ed il cambiamento sarà radicale. L’esempio del prete della matrice di Taurianova ci dice che se c’è volontà si può e la chiesa deve combattere apertamente la ‘ndrangheta. L’agire del prete di Taurianova è il punto di riferimento garbato, silenzioso ma fermo che apre alla vita. Papa Francesco è un nostro eroe di cambiamento, chiede a noi tutti fierezza e compattezza. Il papa ha saputo parlare al popolo calabrese. La parola c’è stata. Organizziamoci per essere presenti in una società che chiede amore e giustizia e che mette in campo una nuova responsabilità.
Antonia Lanucara
Dirigente Partito Democratico Federazione di Reggio Calabria