L’assessore Alfonso Dattolo è intervenuto a seguito della modifica della legge regionale urbanistica, la 19 del 2002, avvenuta ieri nel corso della seduta della IV commissione del Consiglio regionale. “Questa modifica ha natura di indifferibile urgenza in quanto provvede ad eliminare i rischi connessi alla decadenza dei piani. Per il termine del 19 giugno 2014, fissato dall’articolo 65, o all’atto di adozione dei PSC/PSA, i PRG sarebbero da considerarsi decaduti, e questo, avrebbe rischiato di lasciare i territori comunali in assenza di pianificazione urbanistica. Ne sarebbe conseguito a cascata – ha evidenziato l’assessore all’urbanistica Dattolo – l’insorgere di diversi problemi che vanno dalla gestione territoriale alla tassazione immobiliare. Ma non solo, la mancanza di strumenti, avrebbe comportato il rischio di edificazione selvaggia determinando una mancanza di continuità pianificatoria, rendendo inapplicabili le misure di salvaguardia previste dal legislatore nazionale”. “La decadenza degli strumenti urbanistici è da considerarsi una gravissima mancanza, che favorirebbe l’ edificazione al di fuori dei centri abitati in ogni ambito e con qualsiasi destinazione con indice edificatorio unico. La necessità di mantenere uno standard di previsioni di Piano degli strumenti comunali si integra con il quadro di riferimento per le “politiche del paesaggio” e con le direttive in materia ambientale e con quelle più generali per lo sviluppo sostenibile stabilite a livello Europeo, Nazionale e Regionale”. “Il tutto – ha aggiunto l’assessore regionale – in coerenza con gli orientamenti e le indicazioni della Convenzione Europea del Paesaggio (Legge 9 gennaio 2006, n.14), del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (d. lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 e s. m. e i.), e della Legge Urbanistica Regionale n.19/2002 e s. m. e i. e dei più recenti strumenti nazionali ed internazionali in materia di sviluppo sostenibile che impongono un’attenzione specifica sulla vigenza delle previsioni dei piani e sugli eventuali danni che possono determinarsi nell’ambito di trasformazioni d’uso del territorio non controllate”. “Il ruolo della pianificazione ordinaria, nelle politiche del paesaggio, suggerisce nuove ipotesi per l’interpretazione strutturale del paesaggio, per la predisposizione del ruolo e dei contenuti degli “ambiti Paesaggistici” e dei relativi obiettivi di qualità, richiesti dal Codice dei Beni Culturali”. “La decadenza dei piani urbanistici generali, avrebbe comportato un enorme danno erariale per gli enti locali che si sarebbero viste drasticamente mutate le previsioni d’entrata, compromettendo i bilanci previsionali determinando come primo effetto il taglio di servizi pubblici essenziali”. “Il mantenimento delle previsioni, fino all’entrata in vigore del nuovo strumento urbanistico, si rende indispensabile per l’applicazione delle misure di salvaguardia di cui all’articolo 12 del DPR 380/01, al fine di garantire che non si consumi alcuna trasformazione territoriale in difformità allo strumento urbanistico in scadenza tutelando così l’ambiente e il paesaggio, come sancito dall’articolo 9 della Costituzione”. “La modifica dell’articolo 65 della legge regionale 9/02, si completa con l’introduzione di ulteriori misure di salvaguardia, in attesa dell’approvazione degli strumenti urbanistici conformi alla normativa. Poiché il testo, contrae ai soli interessi pubblici diffusi la possibilità per gli enti locali di effettuare varianti urbanistiche, la redazione dei nuovi piani (PSC/PSA) non prevede la possibilità di creare nuove zone di espansione, bensì di realizzare una pianificazione che sia intrinsecamente relazionata con gli aspetti ambientali insistenti sui territori. Tutto questo permette di rivalutare le aree pianificate e non ancora attuate e di riqualificare l’esistente”. “L’intento dell’assessorato che presiedo – ha inoltre sottolineato l’assessore Dattolo – è stato quello di riassegnare centralità strategica agli aspetti di salvaguardia idrogeologica, ambientale, paesaggistica e storico-culturale, favorendo l’adozione di nuovi modelli pianificatori capaci di dare alle generazioni future centri urbani più sicuri, moderni e compatibili con il contesto ambientale in cui sono inseriti. E’ indispensabile che i comuni colgano appieno la sfida, portando a compimento il nuovo processo pianificatorio, limitando quindi le trasformazioni dettate da obsoleti Piani Regolatori sprovvisti di alcun tipo di valutazione ambientale. In tal modo, si rende possibile il soddisfacimento di quelle condizionalità ex ante propedeutiche ad una compiuta ed efficace attuazione dei rilevanti interventi previsti dal nuovo ciclo di programmazione comunitaria regionale in materia di ammodernamento delle aree urbane e di rilancio delle aree interne”.