I cambiamenti giuridici e istituzionali, le nuove occasioni di sviluppo sociale ed economico, le possibilità di sinergie per i territori legati alla nascita delle Città metropolitane. Sono alcuni dei temi al centro del Seminario “Città metropolitane: per un nuovo governo del territorio”, che si è svolto oggi nella Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio. Il Seminario, organizzato dal Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie, ha visto l’intervento dei massimi rappresentanti delle Istituzioni locali protagonisti del cambiamento in atto, e di diversi studiosi e Professori universitari. Presenti tra gli altri, insieme al Ministro Maria Carmela Lanzetta che ha aperto i lavori della mattinata, i Presidenti dell’Anci, Piero Fassino, dell’UPI, Antonio Saitta, l’Assessore Lucia Valente in rappresentanza della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, i Sindaci di Napoli Luigi De Magistris, di Genova Marco Doria, di Roma Ignazio Marino, di Firenze Dario Nardella e di Milano Giuliano Pisapia, e i Sottosegretari agli Affari regionali Gianclaudio Bressa, e all’Interno Gianpiero Bocci. “La costruzione delle città metropolitane non è un fatto automatico, burocratico, è qualcosa di più: è un importante momento politico perché attiene a scelte fondamentali delle comunità locali, dei territori. È, quindi, l’atto iniziale di un importante processo di prospettiva, che va costruito nel tempo, chiamando in causa la corresponsabilità di tutti i livelli di governo”, ha detto il Ministro Lanzetta. “Le città metropolitane – ha aggiunto- saranno chiamate a compiere scelte fondamentali, basti pensare all’adozione dei piani strategici triennali del territorio, che dovranno essere atto di indirizzo per le città e per l’esercizio delle funzioni dei comuni e delle unioni dei comuni”. A partire dal prossimo anno, “la legge Delrio porterà a disegnare nuove geografie amministrative per il paese”. E in questo quadro, ha sottolineato, “le città metropolitane sono chiamate a individuare asset strategici di sviluppo e sistemi coordinati di gestione e organizzazione dei servizi”. “La legge Delrio fa finalmente piazza pulita di tante chiacchiere e ha messo la parola fine a una storia nata nel 1990 con la legge 142 che istituiva 9 città metropolitane”, ha spiegato Bressa nel suo intervento. Anche il parere di Bocci sul progetto di riforma è positivo: “La legge 56 – ha detto – vuole aiutare il processo di semplificazione e in una logica costituente bisogna eliminare dal tavolo di confronto un possibile conflitto tra Comuni e Regioni”.Giudizio positivo anche da Fassino per il quale “la legge che istituisce le città metropolitane fa decollare, nonostante qualche criticità, un progetto che era fermo da più di 20 anni, e ha una forte rilevanza, paragonabile soltanto al varo delle Regioni; la sua importanza è rilevante anche perché pensata insieme alla revisione del sistema bicamerale, del titolo V e all’istituzione delle Province di secondo livello”. Dunque il progetto delle città metropolitane, ha aggiunto il Presidente, rappresenta “una scelta strategica per il futuro del Paese”. Anche per Marino l’istituzione delle città metropolitane è “una sfida importante” ma è una sfida che “non può essere condotta solo sulle spalle dei Comuni”. Per il neo sindaco di Firenze Nardella, l’istituzione delle città metropolitane è “soprattutto un’occasione di sviluppo, un nuovo progetto di comunità e territorio”. “Vi sono dei punti di partenza che vanno affinati”, ha osservato Nardella secondo il quale “questi mesi di transizione sono decisivi”. “Finalmente si parte”, ha dichiarato il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia nel suo intervento, sottolineando che “il messaggio vero” da mandare ai cittadini è che il percorso per la realizzazione delle città metropolitane sarà lungo e che “il primo tema a cui mettere mano sarà l’integrazione della mobilità”. Anche per il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, la nascita delle città metropolitane sarà “una grande occasione per il Paese ma ci dobbiamo preparare al meglio per garantire servizi migliori ai cittadini”, anche attraverso un’azione di sostegno da parte del Governo, “che deve entrare maggiormente in questa fase di transizione”.
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