Italicum o Democratellum

senatodi Carlo Viscardi – “Se ritiene che la legge (elettorale) M5S possa essere la base per una discussione comune, Renzi batta un colpo. Il M5S risponderà….” Come al solito Grillo dalle pagine del suo blog sul Web, lancia strali e proposte al premier Renzi; proposte in controtendenza al suo lessico e modo di fare, infatti se fino a qualche giorno orsono, durante la campagna elettorale, il premier veniva descritto come l'”ebetino”, il “cartone animato”, il “figlio di Troika”, ora questo cambio di “rotta” viene giustificato con : “Sono avvenute due cose che hanno cambiato lo scenario, il M5S ha una legge elettorale approvata dai suoi iscritti e Renzi è stato legittimato da un voto popolare e non a maggioranza dai soli voti della direzione del Pd”. A “parlamentare” con il premier non andrebbero ne’ Grillo ne’ Casaleggio ma verrebbero mandati i capigruppo grillini di Camera e Senato, Danilo Toninelli, estensore della versione definitiva della legge elettorale, e Luigi Di Maio. La mossa di Grillo, forse “fantapoliticamente” parlando, giunge nel momento in cui il governo sia in procinto di diventare “zoppo” di quei senatori “dissidenti” autosospesi per protesta contro la sostituzione di Corradino Mineo e Vannino Chiti, e sembra voler porsi come alternativa ad ago della bilancia a Berlusconi e Forza Italia, infatti Di Maio dichiara : “Non più Forza Italia e Berlusconi aghi della bilancia per il via libera alle riforme bensì il Movimento 5 Stelle”. Il premier, dai microfoni del TG5 in primo replica divertito : “Grillo è un uomo che ci ha abituati ogni giorno ad una sorpresa con lui non ci si annoia mai”, ma intanto da un comunicato stampa del Quirinale che rende noto : “Giorgio Napolitano e Matteo Renzi hanno fatto il punto sulla definizione dei provvedimenti discussi dal cdm e hanno poi compiuto un ampio giro di orizzonte sistemi delle riforme all’esame del Senato e del possibile coinvolgimento del più ampio arco di forze politiche.” possiamo intuire che l’apertura di Grillo non è per nulla caduta nel vuoto, anche se viene dopo l’apertura della Lega, come fa notare il presidente della reione Lombardia, Maroni dichiarando : “I 5 Stelle vengono dopo l’apertura fatta da Salvini, loro vengono sempre dopo, ma è un’apertura importante perché forse Grillo ha capito che dire sempre di no non funziona e che se cavalchi l’antipolitica l’antipolitica ti mangia: non puoi cavalcare l’antipolitica se fai politica.” Accettazione e cautela vengono dall’alleato di governo NCD, per voce del capogruppo alla Camera Nunzia De Girolamo che afferma : “L’apertura di Grillo può essere ritenuta una nuova chance di dialogo al fine di rendere inclusivo, di tutte le forze politiche in Parlamento, il dibattito costruito intorno al processo di riforme strutturali avviato dal governo. L’auspicio è che non si perda la bussola e si rispetti la priorità di quelle forze che, con grande senso di responsabilità, fin dal primo momento hanno contribuito alla costruzione di una maggioranza solida che potesse finalmente agire nell’interesse del Paese.” Dentro il M5S si intravedono degli screzi, come se non si fosse già abituati, infatti se da una parte, pur di arrivare ad un incontro col premier, si sia disposti a non trasmettere in streaming l’incontro, dall’altra Guerini che non solo pretende lo streaming in caso di faccia a faccia, ma detta addirittura l’agenda, infatti il famoso “Italicum” risulterebbe “obsoleto” per i grillini e la base di discussione sarebbe la “loro” legge elettorale rinominata da loro “Democratellum” che dalle ormai conosciute pagine del blog di Grillo, viene spiegato : “il Democratellum favorisce la governabilità, il suo impianto limita la frammentazione dei partiti e avvantaggia le forze politiche maggiori. Il sistema non richiede coalizioni preelettorali e così evita che i partiti debbano annacquare la propria proposta elettorale a causa di alleanze tattiche obbligate. Sulla base della nostra proposta, inoltre, una forza politica che ottenga un deciso consenso elettorale potrà governare anche da sola, senza che sia necessario raggiungere la maggioranza assoluta dei voti. Non si tratta infatti di un proporzionale puro, bensì di un sistema che consente a una forza politica che ottenga attorno al 40% dei consensi di avere oltre il 50% dei seggi.” Ora la “palla” passa a Renzi e sta a lui ed al suo “entourage” decidere se e come muoversi in merito al cambiamento di posizione del M5S e di Grillo.

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