Si perdono nel limbo situato tra la post produzione e la distribuzione, sono le pellicole che al cinema non riescono ad arrivare. Sangue Sparso, un film di Emma Moriconi su gli ‘Anni di Piombo’ e i fatti di Acca Larentia, vissuti dalla Destra italiana, è l’esempio di come la distribuzione debole rischia di non far arrivare il film nelle sale cinematografiche. Quello della Moriconi è un’opera distribuita da Flavia Entertainment, riconosciuto dalla MIBAC come prodotto di interesse culturale, ma che si ritrova proiettato – dopo aver atteso qualche anno dall’ultimo ciak, proprio in questo week end – solo in sei sale italiane.
Nel caso specifico di Sangue Sparso, non è possibile realizzare una recensione analitica della pellicola, a causa delle difficoltà pratiche di reperibilità del prodotto. In episodi come questo, sarà una attiva promozione dei supporti audiovisivi l’unica àncora di salvataggio per i film che definirei in “non uscita”.
Operazione, quella della vendita, ardua perfino per opere filmiche che sono riuscite a passare dal botteghino, ma che non sono sopravvissute oltre; basti pensare a Ci vediamo a casa di Maurizio Ponzi, 2011, dal rilevante cast e l’anticipazione della colonna sonora avuta dal brano omonimo, (presentato da Dolcenera al Festival di Sanremo 2012). Per Sangue Sparso restano necessari e indicativi elementi come interviste, trailer e commenti del regista, i quali tracciano una linea perfetta della trama e del messaggio che il film stesso conserva, divenendo l’unico riscontro immediato per ovviare alla difficoltosa fruizione.
Per quanto possa sembrare strano consigliare un film senza un vero riscontro, che solo la visione può fornire, c’è da sottolineare come la difficoltà di vedere un film ne comporti una forte curiosità e particolare aspettativa, quindi … buona fortuna e fateci sapere! “Un film in cui il messaggio sociale è di grandissima rilevanza: rispetto per la vita umana, solidarietà sociale, pacificazione sociale, rifiuto della violenza e di ogni forma di discriminazione.
E’ proprio ai giovani che è diretto prevalentemente il messaggio di carattere sociale, sotto un duplice punto di vista: da una parte mostrare come l’odio e la discriminazione portati all’esasperazione siano capaci di portare ad epiloghi di dolore e di morte; dall’altra riflettere sull’importanza dell’ideale, da una parte come dall’altra, nella vita dei giovani, i quali, se motivati da passioni non esasperate, vissute con maturità e con il rispetto degli altrui punti di vista, possono avere l’opportunità di fare tesoro da un’esperienza anche di militanza politica, se fondata sul ripudio assoluto della violenza.
Nel lungometraggio “Sangue sparso” gli anni di piombo sono visti con gli occhi di un “sopravvissuto”, raccontati da chi li ha vissuti e sofferti in prima persona, da chi ha perso i propri amici durante una guerra assurda, inutile, senza senso”. (E. Moriconi)