Città strana la nostra. Non solo per il continuo pettegolezzo che troppo spesso si insidia nelle verità trasformando i fatti. Ma è strana, anche e soprattutto, per le dimenticanze di molti concittadini, predisposti a scordare il passato troppo in fretta. Sui social network, in questi giorni ad esempio, “girano” alcune foto scattate a Catona, zona a nord di Reggio. Due le istantanee a confronto: da un lato una piazza catonese nel 2008, dall’altra la stessa piazza qualche giorno orsono. Ebbene nella foto di 6 anni fa la pulizia e l’ordine regnano sovrane, campeggiano i cassonetti dei rifiuti compresi quelli “colorati” e destinati alla differenziata. Nessun segno di erbacce, di carte a terra, asfalto regolare e lineare. C’era un Sindaco nel 2008 ed un’amministrazione comunale che, volenti o nolenti, facevano funzionare la macchina amministrativa e burocratica dell’Ente. Di questo ne beneficiava l’intera comunità, catonese e reggina. Scenario 2014 terrificante. Cassonetti scomparsi, rifiuti in bella mostra, buche nell’asfalto di proporzioni “importanti”, e per concludere “moderna” , variegata e naturale (nel senso che è nata per incuria e non certo perché qualcuno ha piantato i semi) composizione “floreale” (più che fiori parliamo di erbe selvatiche). Lo sdegno che accompagna i commenti ed il tam-tam sui social non ristabilisce le giuste verità. E’ inutile qui ribadire chi amministrava nel 2008 la città, è invece utile, utilissimo, rimarcare come le condizioni in cui è ridotta oggi Reggio (dal centro storico alle periferie senza esclusioni di quartiere) è chiaramente dovuta ad un totale abbandono amministrativo –burocratico per una città che, nei fatti, vive senza sindaco dal 2010. E già nella breve parentesi Arena i primi segnali di risveglio civico si scorgevano: dall’operatività degli Ispettori ambientali all’isola pedonale di piazza Italia, dal monitoraggio informatico dei lavori pubblici (con segnalazione online delle problematiche) all’attenzione verso il patrimonio edilizio. Oggi invece siamo nelle mani di burocrati…lenti, che non riescono a spendere 600 e più milioni destinati dalla Regione e che potrebbero stravolgere Reggio sia sotto l’aspetto sociale ed economico, sia, soprattutto, nel miglioramento netto ed inequivocabile della qualità della vita (basti pensare ai fondi per la depurazione che risolverebbero non solo il problema della balneabilità di alcuni tratti di costa cittadini ma darebbero anche uno slancio alle attività turistiche). Eppure tutto questo ai reggini non sembra interessare, preferiscono discutere e attaccare tizio, caio, sempronio, per la pista ciclabile che sicuramente poteva essere fatta meglio ed in maggiore sicurezza, ma altrettanto vero resta sempre un punto a favore nel percorso di crescita sociale della nostra città. Ma i reggini si indignano sempre per le stupidaggini mai per le vere esigenze.
Ma che ve lo dico a fare…..