Dopo il voto abbiamo un Paese più forte nel rapporto con l’Europa

Giovanni BilardiIl risultato elettorale ci consegna un Paese più forte nel rapporto con l’Europa, più determinato nell’affrontare la crisi economica, più fiducioso sul buon esito di una sfida dichiarata ai vecchi sistemi di potere che passa dalla capacità di approvare riforme strutturali. Tutti gli italiani vogliono un reale cambiamento. Tale volontà la esprimono gli elettori che, sfiduciati, non sono andati a votare, i ribelli che gridano con Grillo il disprezzo all’attuale sistema politico, ed infine anche coloro che hanno tributato al rottamatore Renzi un largo consenso. Un tale comune sentire delinea comunque due poli. Da una parte la sfiducia e la rabbia, dall’altra la fiducia e la speranza. Su quest’ultimo versante si gioca la partita. Il sistema politico, riabilitato dal voto, è capace di comprendere che deve archiviare antiche e logore categorie mentali poste a base della interpretazione della realtà e della proposta politica e programmatica per affrontare realisticamente, con il contributo di tutti, il momento difficile che stiamo attraversando. Siamo in grado di ricercare momenti di sintesi tra diverse sensibilità culturali, tra contrapposti interessi sociali che rappresentiamo ? Vi è la capacità di anteporre alle logiche di appartenenza, che generano conflittualità permanenti e sottendono mire di pura conquista di potere, il perseguimento del bene comune con spirito di servizio che, in questa delicata fase sociale e politica, si richiede ? Sul piano formale, costretti dalla difficile situazione economica prima e dai risultati elettorali poi, si è dato vita a livello nazionale a governi tecnici sorretti da ampie maggioranze per giungere anche alla formazione di governi politici di larghe intese. Ma, sino ad oggi, in queste esperienze sono emerse, spesso, logiche di potere e di interessi di parte che hanno determinato fibrillazioni ed instabilità. Probabilmente i veri processi di cambiamento devono partire dal basso. Ebbene la Calabria può rappresentare un buon laboratorio politico.

Entro la fine dell’anno la Regione Calabria deve andare a nuove elezioni per le note vicende che hanno, traumaticamente, posto fine al governo di centro destra, ed anche il comune capoluogo della città metropolitana di Reggio Calabria, dopo due anni di gestione commissariale, deve scegliere la propria rappresentanza amministrativa. Il sistema politico calabrese dopo una frettolosa analisi del voto si sta mobilitando per organizzare “macchine da guerra” per conquistare spazi di potere. Le prime dichiarazioni si muovono nella logica di vecchie dinamiche politiche tra contrapposti schieramenti, incuranti del grave fenomeno dell’astensionismo e del voto antisistema di Grillo. Come se nulla fosse accaduto si aprono le danze secondo antichi rituali e vecchi schemi. Come se il problema fosse risolvibile con la semplice sostituzione del cavaliere ignorando che la situazione richiede invece anche un cambio di cavallo e di direzione di marcia. Un corretto approccio per il prossimo appuntamento elettorale richiede la consapevolezza che le dinamiche del vecchio sistema politico non sono idonee a promuovere l’invocato cambiamento sia perché quelle dinamiche non sempre selezionano il migliore personale politico sia perchè, comunque, alimentano scontri a discapito della efficienza e della efficacia dell’azione politica. Occorre inaugurare una stagione nuova ricercando proposte unitarie di governo del territorio. Il governo nazionale si è fatto carico, comprendendo la gravità della situazione regionale, di istituire una Task Force per la Calabria e per Reggio Calabria. E’ attorno alle potenzialità di questa iniziativa, espressione di un governo che vede assieme forze di centro destra e di centro sinistra, che dovranno ricercarsi e costruire le più ampie convergenze tra le forze politiche in campo da tradurre in proposte programmatiche per le prossime elezioni. Siamo alla prova del fare sotto i riflettori degli scettici. Questo vale per il governo della Regione ma, principalmente, per la città e la provincia di Reggio Calabria che dovranno procedere alla istituzione della Città Metropolitana una opportunità storica da non perdere per proiettare il nostro territorio in un sistema comunitario capace di promuovere politiche attive per l’area del Mediterraneo.

Sen. Giovanni Emanuele Bilardi

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