Marcia della Fedelisima a Messina la 39^ tappa

Fratello Giovanni ritira stemma araldico del fratello Antonio MAVMMichele Maddalena, il marciatore dell’Istituto del Nastro Azzurro che, malgrado le sue 73 primavere, sta ultimando un particolare “pellegrinaggio” attraverso la penisola, per ricordare fatti e uomini dell’Arma dei Carabinieri, nel 200° anniversario della fondazione. Giunto a Messina nel primo pomeriggio del 20 cm. il Maddalena ha onorato i caduti, della strage delle Foibe in via Istria, ha raggiunto il monumento dedicato alla Batteria Masotto “Battaglia di Adua” sul lungo mare di Messina e a seguire ha visitato il monumento ai caduti in Piazza dell’Unita Europea. Dopo i momenti di raccoglimento davanti ai monumenti dedicati ai caduti, è stato ricevuto dal Commissario della Provincia dott. Filippo Romano e infine si recato al “Monte di pietà” dove è stato accolto dal Comandante della Compagnia CC Messina Centro, da un rappresentanza di soci dell’Associazione Carabinieri e dell’Istituto del Nastro Azzurro, il podista ha voluto visitare la mostra del Bicentenario dei Carabinieri accompagnato dal magg. CC Giovanni Mennella. Nella mattinata del 21 maggio è stato accolto nella Caserma “Culqualber” dal Col. Stefano Spagnol, e da gran parte del Comando Provinciale, il marciatore, scortato da due Carabinieri in alta uniforme, è andato a deporre un cuscino di fiori, formanti il tricolore, davanti al Monumento al Carabiniere, sito nella piazza d’armi. Il maggiore Vincenzo Randazzo, presidente della federazione messinese del Nastro Azzurro, regista della cerimonia, ha letto i nomi dei Carabinieri, della provincia di Messina, che hanno ricevuto la massima onorificenza per atti di valore. Nell’elenco sono state inserite anche le medaglie d’Argento, fra le quali spicca quella di Giovanni Russo, di Gesso, trucidato dai tedeschi il 13 settembre 1943 a Teverola. Il maggiore Randazzo ha voluto precisare che il decorato Russo è stata una scoperta proprio del podista, al quale sono andati i ringraziamenti della famiglia Russo. Dopo la consegna di alcuni attestati dell’Istituto del Nastro Azzurro, il maggiore Randazzo ha ceduto la parola al podista. Dopo il saluto alle Autorità presenti, il marciatore ha porto le sue scuse per l’abbigliamento poco consono per una così toccante cerimonia. “Vi prego di scusarmi, ma sono un uomo di strada…”. Il suo discorso ha toccato alcuni argomenti di attualità, ma sempre riconducibili alla funzione del Carabiniere: “Egli non è il tutore della legge, come erroneamente si dice. La legge non si difende: si applica. Il Carabiniere è il difensore della legalità ed è un soldato che veste due divise, quella che, normalmente indossa, ma che può togliere, o mettere, a piacimento, ma ne indossa un’altra, che nessuno vede, e che non toglie mai: la divisa del dovere. Quel dovere che fecero tre giovani Carabinieri, poco più che ventenni, che a Fiesole, il 12 agosto 1944, per non far fucilare dieci civili innocenti, ben sapendo quale sorte li aspettasse, si presentarono davanti al plotone d’esecuzione. E fecero olocausto della loro giovane vita gridando, in faccia al nemico: “Viva l’Italia”. Il marciatore ha particolarmente calamitato l’attenzione dell’uditorio con il suo riferimento ai pacifisti: “La guerra non ha mai risolto alcun problema. Semmai lo ha diversificato, peggiorandolo. Però, anche se è vero che la Costituzione recita che “l’Italia rifiuta la guerra”, non bisogna dimenticare il resto dell’articolo: “come offesa.” Ergo, se qualcuno mi attacca… Per cui, prima di parlare di pace, prima di fare marce della pace, fatevi una passeggiata in un cimitero di guerra. E non leggete i nomi; leggete l’età! L’età, signori miei! L’età. Vi accorgerete che hanno tutti vent’anni!” Dopo il marciatore ha preso la parola il col. Stefano Spagnol, che ha ringraziato il maggiore Randazzo per l’attenzione che il Nastro Azzurro messinese ha voluto dedicare all’Arma Benemerita. Ha ringraziato, ovviamente, il Maddalena e le Autorità, presente anche il Sindaco di Messina Renato Accorrinti.

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