“Le nuove regole – spiega Giordano – impongono alle banche piccole di crescere, e hanno imposto anche a noi di puntare a un patrimonio di vigilanza più ampio. Per noi si trattava in ogni caso di una scelta dovuta, perché puntavamo a tutto il mercato regionale. La scelta protende verso Fincalabra, la finanziaria della Regione Calabria, il cui intervento nel capitale sociale della banca ci proietterà verso quello sviluppo che trovava un limite nel nostro patrimonio. Dopo l’entrata di Fincalabra la Banca è proiettata a diventare la banca del territorio dei calabresi”.
Per rendere effettivo l’accordo è necessaria la trasformazione in società per azioni, che, assicura Giordano, non snaturerà la mission della banca. “Per consentire tale operazione – prosegue Giordano – sarà chiesta a Banca d’Italia l’autorizzazione alla trasformazione in società per azioni, ciò consentirà l’intervento di capitali non soltanto di Fincalabra, ma anche capitali di altri imprenditori molto attenti ai loro investimenti e disponibili a un interessenza con la nostra banca. Le banche popolari hanno il limite di partecipazione all’uno per cento del capitale sociale, mentre dopo la trasformazione in S.p.A. sarà possibile aprirsi a partecipazioni molto più consistenti. Senza intaccare il ruolo di ciascuno dei 1900 soci, che rimane centrale, e che sarà contemperato dalla formazione degli organi sociali secondo un processo di integrazione tra vecchia e nuova compagine sociale”. Quanto al ruolo e al “peso” di Fincalabra, la finanziaria della Regione non entrerà direttamente nella gestione della banca, limitandosi a un ruolo di indirizzo e controllo: “Il ruolo di Fincalabra – puntualizza Giordano – sarà di indirizzo e controllo sulla gestione della banca, che rimarrà deputata alla parte privata, ovviamente Fincalabra, integrata negli organi gestori e di controllo sia nel consiglio di amministrazione che nel collegio sindacale, darà il suo indirizzo con i consiglieri indipendenti. Al via libero definitivo, che la Regione sta per deliberare, così come hanno assicurato il vicepresidente di Fincalabra Antonio Idone e il sottosegretario regionale Alberto Sarra, manca solo il placet di Bankitalia. “La Banca d’Italia – ricorda Giordano – ci ha sempre seguito e stimolato alla risoluzione del nostro problema, che era quello di una patrimonializzazione risicata, oggi non ci sono più dubbi sull’importanza di questo progetto, sull’opportunità di sviluppo sul territorio. Non si tratta soltanto di salvaguardare la posizione dei soci della banca popolare, ma di dar forza e contribuire a risolvere il problema di tante imprese sul territorio, lo potremo fare grazie a una sinergia non solo economico-patrimoniale ma anche grazie alla sinergia produttiva di idee da parte di Fincalabra. Una soluzione che Banca d’Italia non potrà che salutare con molto favore”.
Fincalabra entra nella Banca popolare delle province calabre, sempre più al servizio dei calabresi
Reggio Calabria. Perderà il nome “popolare” per acquistare più forza e rinvigorire la mission di banca al servizio dei calabresi. La “Banca popolare delle province calabre” diverrà “Banca delle province calabre S.p.a.” per permettere l’entrata del capitale di Fincalabra, la finanziaria della Regione Calabria, che permetterà alla banca non solo di stare al passo con le regole sempre più stringenti imposte in materia ma di consolidare una presenza sul territorio al servizio dei calabresi. Questa mattina all’Odeon di Reggio Calabria si è tenuta l’assemblea dei soci della “Banca popolare delle province calabre”. Ad annunciare l’importantissima entrata di Fincalabra è stato il presidente del consiglio d’amministrazione della banca, Sergio Giordano.