Presentato a Cannitello il libro “Il carico della formica” di Demetrio Verbaro

Per il ciclo Caffè Letterario “Alle cinque della sera”

da sin Paola Nicolò Maria Grazia Richichi Demetrio Verbaro Valeria Bellantoni Don Antonio Carfì
da sin Paola Nicolò Maria Grazia Richichi Demetrio Verbaro Valeria Bellantoni Don Antonio Carfì

Nella cornice del Museo delle Marinerie a Cannitello, che sarà ufficialmente inaugurato il 6 luglio, la Commissione Pari Opportunità di Villa San Giovanni ha presentato, per il ciclo Caffè Letterario “Alle cinque della sera”, il libro “Il carico della formica” di Demetrio Verbaro per “Lettere Animate” edizioni. Una trama affascinante, interamente ambientata in una struttura per pazienti psichiatrici “San Gregorio” di una bella Reggio Calabria, rassicurante nei suoi paesaggi, al cospetto delle inquietudini umane che attraversano le storie che si intrecciano attorno a quella del protagonista, Carlo Fante, giovane giardiniere dell’istituto. Un uomo che non sfugge dal dolore degli altri, ma di cui si nutre per superare il proprio. Un percorso, quello del protagonista, che si divide tra due amori. O meglio tra l’amore e una passione travolgente. Un percorso insidioso, pieno di colpi di scena che tra chiaroscuri conduce alla verità. Una verità spiazzante per il lettore, che verrà completamente assorbito dal ritmo del libro. Che ad un certo punto cambia e diventa dark, con uno stile narrativo da thriller, che lascia senza fiato. Perché in questa storia nulla è come sembra. Ma tutto ha un senso ritrovato nella metafora della formica. Che riesce a liberarsi dal suo carico. C’è molto dell’autore nella metafora che dà il titolo al libro. Demetrio Verbaro è un giovane reggino appassionato di letteratura e scrittura, a cui dedica ogni giorno, metodicamente, le prime ore dell’alba. Come una dipendenza, spiega, da qualcosa di cui hai bisogno per vivere. Demetrio, come il protagonista, è sposato ed ha due bambini piccoli a cui si dedica con abnegazione. Con amore. “Il carico della formica” ha entusiasmato il pubblico presente, coinvolto empaticamente nella trama dalla lettura della talentuosa attrice e cantante Paola Nicolò. I brani sono stati selezionati e letti in una sorta di successione scenica del libro che entrava in punta di piedi nelle emozioni dei personaggi, senza svelare troppo della storia e lasciano ampi margini all’immaginazione ed alla curiosità. Il caffè letterario, introdotto dai saluti istituzionali della presidente della CPO Maria Grazia Richichi – che si è soffermata in modo approfondito sul valore sociale degli incontri e degli argomenti delicati che sono stati trattati durante questi anni – è stato condotto da Valeria Bellantoni, vice presidente della CPO, e si è aperto al dibattito, animato da Don Antonio Carfì, su alcuni temi forti, emersi dalla lettura del libro. In particolare sull’amore, sul senso di comunità e la colpa. In merito all’ultimo argomento Padre Antonio si è rivolto al pubblico, esortandolo a distinguere tra il senso di colpa ed il senso della colpa. Il primo – spiega – è un monologo inutile e dannoso che ognuno fa con stesso. Bisogna liberarsene, come nella metafora della formica. Il secondo è dialogico ed è un sentimento di matrice ebraico cristiana che si riconosce in un Tu che libera dalla colpa attraverso il perdono. Al caffè letterario erano presenti, insieme a cittadini e istituzioni, anche esponenti dell’amministrazione comunale di Villa san Giovanni, tra cui il vice sindaco Antonio Messina, l’assessore ai servizi sociali Pino Donato, il presidente del consiglio comunale Rocco Cassone.  

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