Dunque il prossimo 25 maggio l’Italia torna alle urne per eleggere i propri rappresentanti al Parlamento europeo. Queste elezioni sono in genere le meno sentite, quelle che, di solito, soprattutto quando il tempo è buono e promette sole, convince le persone a scegliere il mare, magari il primo mare della stagione dei caldi. Ancora più grande è, oggi, il rischio dell’assenteismo alle urne, poiché giorno dopo giorno aumenta il disamore verso tutto ciò che sappia di politica. La crisi economica ci travolge e crea difficoltà grandissime in ogni famiglia con il lievitare dei costi di tutti i generi, soprattutto quelli di prima necessità. La gente maledice l’euro, a sentir moltissimi origine primaria di tutti i guai con quel cambio parificato, a suo tempo, al marco tedesco che, quasi in modo automatico, fece costare quasi duemila lire (un euro, infatti, vale,poco meno di duemila lire d’un tempo) ciò che prima costava solo mille. Gli stipendi, per converso, rimasero fermi e, tutto d’un colpo la vita raddoppiò il suo costo mantenendo però ferme le retribuzioni di cui si giovavano tutti i lavoratori d’ogni settore. Dunque una vera rovina per moltissime famiglie italiane che già cominciavano a patire i rincari che si manifestavano di per se. Poi gli scandali, le ruberie, le speculazioni imbastite da certa stampa che senza freni ha gettato discredito su tutta la vita politica e su tutti i politici, quasi senza esclusione di alcuno, hanno fatto il resto. Oggi la gente non può più sopportare, spesso, neppure la vista del politico. Questo determina il distacco del popolo rispetto alla politica, individuata dai più come una brutta bestia vorace e famelica, capace solo di nefandezze. Non è così, non può essere così, non deve essere così! Oltre a tutto in queste elezioni che chiamiamo europee la gente può scegliersi, attraverso le preferenze, i candidati che più gli aggradino. Si possono dare ben tre preferenze di cui una di genere e quindi nessuno può sentirsi vincolato come accade quando il voto va espresso su liste preconfezionate e bloccate. Dunque si può e si deve scegliere bene chi mandare in Europa, magari pensando a coloro che hanno sin qua dimostrato, nel loro campo di azione civile o politico, sufficiente conoscenza dei problemi del cittadino ed altrettanta capacità di operatività ed autorevolezza che faccia sperare che, una volta in Europa, sappia essere fedele interprete del mandato dei cittadini. Ed oggi i cittadini ancorché sentirsi orgogliosamente europei, popolo tra i popoli, fratelli tra fratelli, liberi tra i liberi si sentono oppressi dal peso di un’Europa che non è quella che tutti sognammo tanti anni or sono, l’Europa dei popoli e delle Nazioni, l’Europa delle Patrie con un Governo comune, una moneta comune, una comune visione della vita e della storia, un comune destino, un percorso comune verso la costruzione della storia europea e mondiale del futuro. Ecco, dunque, la missione da assegnare a coloro che saranno eletti il prossimo 25 maggio: impegnarsi in moto totale perché quella che ora e’ solo l’Europa delle Banche e dei Banchieri, degli affari, degli interessi parziali di piccole caste o di una singola ben individuata nazione, diventi finalmente, invece, quella che abbiamo sognato nei nostri anni giovani. Questo è il grande impegnativo mandato che affideremo ai nostri rappresentanti e da loro, dalla loro capacità e dalla loro voglia di lotta dipenderà molto, tantissimo del nostro futuro. Quindi lo stesso andare a votare diventa una missione, un compito a cui nessuno deve sottrarsi! Abbiamo l’ abitudine di criticare, sempre e comunque tutti, ma per averne diritto dobbiamo prima imparare ad usare fino in fondo, tutti, il diritto dovere di votare. A Reggio, poi, dove il diritto alla democrazia ed alle scelte libere del popolo, in questo lungo momento politico viene negato da un oppressivo e vieto, commissariamento ancor di più va esercitato da tutti i cittadini il diritto dovere di votare. Bisogna gridare con chiarezza, tutti, a chi ci governa con il guanto di ferro, che siamo lanciati alla riconquista della nostra libertà, che siamo decisi sino in fondo ad usare il voto per rideterminare, da soggetti e non da oggetti di politica, il nostro futuro e quello delle generazioni a venire. Ritengo che solo sfiorando il plenum degli elettori assegnati come partecipanti attivi al voto daremo un segnale forte a chi, come appare da molti indizi, intende ancora conculcare il nostro diritto a scelte meditate e non imposte. Comunque il voto del 25 maggio sara una sorta di….riscaldamento rispetto a futuri cimenti che interesseranno le prossime scelte del sindaco e degli amministratori della città metropolitana. Se poi votando in massa, magari al gran completo, saremo capaci di scegliere candidati reggini e calabresi allora il segnale sarà chiaro per coloro che ci governano, spesso male, in Italia ed a coloro che, peggio ancora, ci vessano in Europa. Forza reggini, andiamo a votare in massa e che il nostro voto diventi, ancora una volta, segnale di forza, “RIVOLTA” anelito di libertà!
Renato Meduri