di Giuseppe Dattola – Il premio più scontato dell’anno è arrivato negli scorsi giorni. Kevin Durant è stato nominato MVP del campionato dopo una splendida stagione in cui ha trascinato i suoi Oklahoma City Thunder al secondo posto della Western Conference. Durant ha prodotto un inverno da sogno con oltre trenta gare in fila in cui ha realizzato oltre trenta punti, prestazioni da Michael Jordan e Kobe Bryant, gli ultimi a realizzare questa impresa. Durant è stato letteralmente immarcabile ed ha meritatamente vinto questo trofeo mettendo fine all’egemonia di Lebron James, il migliore degli ultimi anni a parte la parentesi Derrick Rose. Durant è arrivato un po’ stanco ai play-off tanto che ha rischiato di uscire al primo turno contro i coriacei Memphis Grizzlies ma, al momento in cui sono arrivate le prime critiche, ha reagito da campione realizzando i canestri decisivi nelle gare sei e sette dominate dai suoi Thunder. D’altronde, stiamo parlando di uno scherzo della natura cioè di un 2 e 12 capace di muoversi come una guardia e di tirare come i migliori della storia. Durant è immarcabile e, se sbaglia, lo decide lui. Atletismo, tecnica e doti fisiche ne fanno un’arma offensiva micidiale contro la quale ci sono poche risposte ed, adesso, il prossimo obiettivo è il titolo NBA che però sarà difficile da raggiungere data la spietata concorrenza dell’Ovest. La semifinale ha regalato i temibili Los Angeles Clippers, formazione di talento con giocatori di livello di Cris Paul ma Durant vuole l’anello e farà di tutto per arrivare fino in fondo e magari prendersi una rivincita con l’amico-rivale James che lo ha superato in cinque gare nella finale del 2012. K.D vuole riscattare quella sconfitta ed ha lavorato duro, intanto, si gode il premio di miglior giocatoe del 2014, mai come questa volta indiscusso da parte di tutti gli altri addetti ai lavori che hanno riconosciuto la superiorità di un uomo che ha regalato prestazioni storiche e che vuole ancora stupire in queste ultime decisive settimane di play-off.
