1 Maggio 1994, Imola. Vent’anni fa moriva Ayrton Senna: un mito che rivive nella memoria di chi ha vissuto da vicino gli anni d’oro della Formula 1, e di chi mai dimenticherà dove si trovava, con chi era e cosa faceva in quel maledetto giorno.
Nel 2010, il regista Asif Kapadia, raccoglie ogni documento audiovisivo sul fenomeno “Senna”, mettendo insieme le immagini d’archivio della gare, dei momenti privati, delle interviste e dei backstage che vedono protagonista il giovane brasiliano Ayrton. Un viaggio cronologico, quello di Kapadia, fra le vittorie e le sconfitte, fra pole position e la lotta con l’eterno rivale Alain Prost.
L’ amore di Senna per le donne ma soprattutto per la terra natìa, che tanto amava e che tanto lo ha amato. Un documentario intenso, scrupoloso, che regala immagini inedite ed altre già note ad un pubblico attento, che riconosce e indirizza alla memoria storica un’intima collocazione affettiva delle immagini televisive, alle quali aveva già assistito. Immagini che conservano la realtà della Formula 1, ma che trovano una nuova anima nella consapevolezza amara di un tragico epilogo.
Nonostante quella di Kapadia sia una storia dal noto finale, lo spettatore spera in un diverso corso degli eventi. E’ proprio qui che entrano in gioco i fattori filmici del coinvolgimento, della catarsi, della narrativa che avvolge il pubblico nella fiction filmica per poi abbandonarlo nell’ultima curva del circuito di Imola, verso l’inevitabile impatto con la realtà di cui il genere documentaristico si nutre.
Premio BAFTA 2012 come miglior documentario e miglior montaggio; premio del pubblico LOS ANGELES FILM FESTIVAL 2011 come miglior film internazionale; “Senna” non è soltanto un documentario girato per chi ha seguito Ayrton nelle sue corse, per gli appassionati del genere, ma è una storia. La storia di un uomo che tutti avremmo voluto conoscere.