20 anni Pulp (Fiction)

Era l’Aprile del 1994 quando nelle sale cinematografiche di mezzo mondo venne proiettato “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino. Da allora il cinema non è stato più lo stesso. Con un budget davvero piccolo per la Hollywood anni ’90, “Pulp Fiction” vince ogni scommessa, ogni aspettativa e – soprattutto – cambia radicalmente la grammatica del cinema. Una struttura narrativa particolare, che va oltre le regole della cronografia con i suoi episodi messi lì in ordine sparso, apparentemente casuali ma che rendono accattivante l’operazione di riepilogo ad uno spettatore completamente impreparato.

Un cast memorabile, caratteri e personaggi indissolubili che dopo due decenni restano immutabili nella loro unicità, nella loro eccentricità. Venti anni fa avremmo voluto, al nostro fianco, un Mister Wolf (Harvey Keitel), che risolvesse ogni tipo di problema, ma anche un biblico Julius (Samuel L. Jackson) a farci la morale nei momenti più improbabili.

Una giovanissima Uma Thurman che nasconde indizi su ciò che parallelamente al film, con Tarantino, stava creando. Tra le tante curiosità che “Pulp Fiction” porta con sè, una fra le più interessanti è proprio la relazione lavorativa che Uma e Quentin mantengono durante le riprese di “Pulp Fiction”; è proprio in questo periodo che i due pensano alle vicende della Sposa, e quindi al soggetto di “Kill Bill” (2003).

Un film, “Pulp Fiction”, affascinante – oltre che per i personaggi e la storia – per le musiche e, oltre ogni misura, per i dialoghi. In un periodo storico dove le sale cinematografiche sono invase da esasperanti sequel, remake e “Spiderman” (citarne uno per citarne 100), fare un salto indietro nel tempo per rivivere una fra le pellicole più importanti del nostro patrimonio culturale è quasi un dovere se non un diritto.

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About the Author: Ilenia Borgia