Stasera alle ore 21.00al Teatro Politeama Siracusa di Reggio Calabria va in scena L’Ultimo inganno/un’altra Iliade con Salvatore Arena, il primo spettacolo dell’evento speciale “Argo-Troia A/R”. Un inedito viaggio drammatizzato, tanto epico quanto moderno, verso la madre di tutte le guerre: la guerra di Troia, così diversa eppure così simile alle mille carneficine ignorate in Africa. Un viaggio che si articola in due drammaturgie contemporanee, per la prima volta proposte in sequenza: L’Ultimo inganno/un’altra Iliade, appunto, stasera e domani Radio Argo (premio dell’Associazione Critici Teatrali 2011 e premio Annibale Ruccello 2012) con Peppino Mazzotta, conosciuto dal grande pubblico come l’ispettore Fazio della fiction Il Commissario Montalbano. Due riletture contemporanee del mito greco con approcci diversi, ma con la stessa capacità di reinvenzione e rinnovamento.
L’ultimo inganno / Un’altra Iliade (testo e regia di Salvatore Arena e Massimo Barilla, con Salvatore Arena, scene Aldo Zucco, drammaturgia dei suoni Dario Andreoli, disegno luci Beatrice Ficalbi, costumi Patrizia Caggiati, equipe tecnica di scenografia Antonino Alessi, Grazia Bono, Caterina Morano, assistente alla regia Agnese Scotti, una co-produzione Mana Chuma Teatro e Fondazione Horcynus Orca in collaborazione con Fondazione Solares delle arti – Teatro delle Briciole) è il racconto di un incontro, l’unico sguardo incrociato di due personaggi sullo sfondo della Guerra di Troia. Senza cedere alla retorica e alla fascinazione della narrazione epica, lo spettacolo racconta quello che poteva essere e non è stato, la verità detta per l’ultima e unica volta da chi la verità non l’ha mai detta e che per questo non è creduto: le battaglie, la caduta, l’oblio, le macerie, la fuga, Achille, Ettore, Ulisse. Tutto questo visto di spalle, dai margini, dagli ultimi. Ultimi sono i due protagonisti in scena, interpretati da Salvatore Arena: una sentinella troiana inchiodata in un turno di guardia infinito, sola a difesa di niente; e un cantore greco cinico e tragicomico, condannato a far ridere con il tormento nel cuore, con un pensiero fisso – tornare a casa, tornare da lei. Le loro storie ci obbligano a guardare quello che non vorremmo, il sangue di tutti i morti di mille guerre, tutti quei bambini, tutte quelle donne, uomini e anziani che dormivano tranquilli nei villaggi iracheni, a Falluja, a Sarajevo, in Africa.
Radio Argo (testo di Igor Esposito, regista e interprete Peppino Mazzotta, musiche inedite e progetto sonoro Massimo Cordovani, disegno multimediale Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii, disegno sonoro Andrea Ciacchini, disegno luci Paolo Carbone, scene Angelo Gallo, costumi Rita Angari, produzione Rossosimona), in scena domani sera, è una scrittura originale che rielabora i temi dell’Orestea in chiave contemporanea. Lo spettacolo è incentrato sulle vicende degli Atridi precedenti e successive alla guerra di Troia: il sacrificio di Ifigenia da parte del padre Agamennone per consentire all’esercito di partire per la guerra; l’assassinio di Agamennone e della sua schiava Cassandra da parte della moglie Clitennestra e del suo amante Egisto; la vendetta di Oreste, unico figlio maschio di Agamennone, che si abbatte sulla mamma Clitennestra e su Egisto. Una voce, sola, quella di Peppino Mazzotta catturata da un microfono e lanciata nella notte, di ripetitore in ripetitore, alla ricerca di orecchie che vogliano sentirla. Una voce come il fuoco che rimbalzò da Troia fino ad Argo, su valli, colli e montagne, per annunciare il ritorno vittorioso della flotta Greca. Una voce nel cuore della notte, desolata, impotente. Una voce che si fa carico della memoria, preoccupata che il ricordo si sbiadisca perché la memoria è una gatta che non si affeziona a nessuno e all’improvviso può scomparire e lasciarci orfani.