Renzi: “polemiche ridicole, non gioco alla partita del cuore”.

La polemica politica non si placa mai. Ma è ancora più stupefacente quando viene innescata da tweeter e da quelle che il premier, Matteo Renzi, chiama “strumentalizzazioni” che, di continuo, non fanno altro che generare tensione e rallentamenti inutili in un momento critico per il nostro Paese. Nel botta e risposta che lo ha visto in aspro contrasto con il Movimento Cinque Stelle, e con Grillo in particolare, si definisce come il “Presidente del Consiglio di un Paese che non merita polemiche così ridicole”. Secondo Matteo Renzi le recenti discussioni sugli 80 euro, sulla decisione in merito all’abolizione del segreto di stato relativo agli anni più bui del nostro Paese, nonché sugli investimenti sulla scuola, altro non sono che mere strumentalizzazioni politiche, probabilmente in previsioni delle imminenti elezioni europee. Ma queste parole del premier si vengono a collocare in un contesto particolare, ovvero quello che avrebbe dovuto vedere Matteo Renzi partecipare alla partita del cuore con i grandi del calcio. Una partita di beneficienza per Emergency. Proprio sulla scia delle pesanti polemiche che hanno caratterizzato gli ultimi giorni e, soprattutto, le ultime ore, ha deciso di rinunciare alla sua partecipazione, precisando che non è lui a strumentalizzare il calcio in chiave elettorale, né la beneficienza in se stessa, essendo stato contattato direttamente da Gino Strada per rilanciare l’attenzione dei media.  “Il punto è – evidenzia il premier – che grazie alla rabbia e alla paura dei grillini per la prima volta si sporca un evento come la partita del cuore che da anni unisce gli italiani”.

Ma il Presidente del Consiglio va oltre, rincara la dose e, senza mezzi termini, afferma con convinzione che, in realtà, dietro le pesanti polemiche, che molto spesso vanno sul personale più che sul politico, ci sarebbe la paura dei suoi oppositori. “Non hanno paura di me calciatore – sostiene – hanno paura di chi vuole cambiare l’Italia, restituire speranza, cambiare la protesta in proposta. Per questo tutti i giorni attaccano sul personale, sul pesante“.  Tuttavia, in conclusione, lancia un appello alla “sua” Firenze affinché risponda alla grande. “Che l’Artemio Franchi sia pieno, che siano tante le donazioni, che sia una grande festa. Mostriamo in diretta tv il cuore grande di questa città così solida, perché solidale. E le lasciamo le meschinità a chi se le può permettere. Un sorriso e avanti tutta”.

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About the Author: Luigi Iacopino