Reggio Calabria: “Progetto per una città (in)differente”

conferenza Nava«Ho un qualcosa da lanciare in avanti per la città e da architetto non potevo non avanzare un “progetto”. Quindi mi rivolgo alla cittadinanza attiva di Reggio e dico loro che bisogna finirla di lagnarsi, indignarsi o delegare. E che occorre partecipare. Anche perché la buona azione quotidiana salva l’anima del singolo e risponde alla solidarietà, ma in questa situazione non salverà la città. Dunque “Il buono”, “Il compente” e “Il responsabile” devono impegnarsi per quella collettività che esprime saggezza e giustizia sociale. Reggio va costruita dal basso liberandola, anche da quella politica che l’ha resa disabile e dipendente, che ha preferito mantenere il bisogno altrui, le tattiche tutte interne e le ambizioni personali. Un progetto per una città differente che punti sullo sviluppo della società civile e che faccia crescere le istituzioni, le qualifichi, le renda legali e capaci di condividere le regole». È l’appello per un “Progetto per una città (in)differente” che la professoressa Consuelo Nava ha fatto partire stamane da un luogo che le è caro, cioè quel Palazzo Sarlo rappresentativo del mondo universitario dal quale proviene e che in precedenza ha ospitato iniziative frutto di un impegno mai interrottosi che l’hanno vista tra le animatrici come quella contro il femminicidio organizzata insieme alle donne di “Se non ora quando”, quella di “ErgoSud” messa su a fianco dei giovani di “Pensando meridiano” o l’incontro con quella stessa cittadinanza attiva sui temi della coesione sociale in occasione della la candidatura alle ultime Politiche. Un appello, quello della docente della “Mediterranea”, a rimuovere “in” davanti a “differente”, simbolicamente fatto partire nel giorno dedicato al San Giorgio patrono della città e della Festa internazionale del libro simboleggiata da una rosa rossa adagiata sul tavolo della conferenza. La Nava ha spiegato questa sua iniziativa che si svilupperà civicamente fuori dai partiti. «Qui ci sono difficoltà, ma pure speranze. Si è persa la dignità perché si è persa la libertà, ma bisogna sorridere e cambiare per guardare ad un futuro che deve essere dei desideri e non dei bisogni. “Ok” la memoria per misurarsi con opportunità e virtù politica, misura di se e responsabilità sul futuro, ma no la nostalgia per una proiezione su cui siamo già in ritardo. La ricerca del “Di chi è la colpa?” non è un progetto futuro per la città. Occorre non essere approssimativi su questioni come servizi pubblici locali; bilancio produttivo; welfare come diritto alla qualità della vita; città metropolitana, per la quale serve creare una cultura di comunità e ridisegnare l’architettura istituzionale affinché non resti solo uno slogan; finanziamenti comunitari, che l’Europa ha rigorosamente vincolato alla coesione sociale e non alla realizzazione di opere pubbliche. Quindi bisogna conoscere ed aver praticato e non fare a gara a chi la spara più grossa. Insomma, occorre una rivoluzione che sia risoluzione, cioè che trovi rimedi e progetti concreti ai problemi» è stato un primo significativo passaggio. «Quindi Reggio necessita di un progetto alto ed allo stesso tempo concreto e fattibile, che si caratterizzi per valori, idee, pluralità, condivisione e responsabilità, che sia “diritti ed agorà”, che sia sostenibile a livello sociale ed ambientale, che faccia sentire protagonisti cittadini ai quali è stata restituita libertà e dignità, che offra un futuro ai suoi giovani» è stato un secondo. «La città ha bisogno di gesti generosi e coraggiosi» ha aggiunto la Nava. Generoso e coraggioso perché la sua iniziativa politica si svilupperà fuori da quel Partito democratico del quale ha fatto parte e del quale non ha più la tessera: «Questa iniziativa nasce fuori da un’esperienza della quale sono comunque fiera per come ho contribuito. C’era il rischio di distrarsi con affari propri anziché pensare agli affari di tutti, per questo non ho voluto attendere ancora progetti che dovevano essere già in campo. Si rischia che nei prossimi 7 mesi i cittadini vengano chiamati a votare cinque volte, primarie comprese. E’ questo il modo che assicura la rinascita su una sana democrazia urbana o è solo una delega per una classe dirigente politica non in grado di assumersi responsabilità serie? Il partito ha sempre saputo di avere un’indipendente che ha messo il Sud e Reggio al primo posto anche quando era dentro. Europee e primarie varie non mi distrarranno dalla proposta per la città che voglio condividere. Senza liste già confezionate di candidati in tasca, con la Reggio desiderata che vuole contribuire a partire dal valore di questa sfida. Il nostro comune è stato sciolto per ‘ndrangheta, non lo dimentico, ma so che “La comunità è il debito che abbiamo gli uni verso gli altri” e non lo risolverà nessun aumento di Tares. Se il progetto avrà interesse, dopo le azioni di ascolto ed informazioni sui temi importanti della città, mi candiderò a sindaco per riprenderci la nostra città. Io non ho paura, Reggio non ha bisogno di salvatori della patria, ma della patria».

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