Se la sfiga cosmica decidesse di incarnarsi, avrebbe certamente un nome e un cognome: Marco Ramirez, protagonista del libro di Nicola Russo, “L’Idraulico cieco”. Giornalista di nera – e soprattutto scrittore per passione – a seguito del licenziamento si ritrova a fare il ghost writer per uno scrittore in siccità creativa, attività quanto mai frustrante ma che gli permette di pagare i conti, gli alimenti alla ex moglie e di provvedere ai due figli, Gabriele – “un nano di trentasette anni” e Luisa – “una deliziosa paracula di cinque anni”. La nuvoletta di Fantozzi lo segue fedelmente dappertutto: dalle simpatiche riunioni con il parentado dove gli tocca la parte del fratello scemo del chirurgo plastico di successo, ai numerosi appuntamenti con colorite esponenti dell’universo femminile che si concludono invariabilmente con qualche colossale figuraccia, come l’eliminazione del coniglio domestico di una delle “fortunate”, spiaccicato involontariamente durante un’incursione notturna (al buio) in cucina. Tra alti e bassi umorali, “monumentali figure di merda”, atroci sensi di colpa e un misto di disprezzo e gelosia nei confronti del palestratissimo nuovo marito di Marzia, l’ex moglie, Marco ci cattura dalla prima all’ultima pagina, ci affascina con la sua acutezza rivestita di imbranataggine, ci diverte con le sue tragicomiche disavventure e ci spinge a fare il tifo per lui e per Lucy, “una col cervello di Patti Smith e un culo in cui incastrare la dentiera”, che irrompe prepotentemente nella sua vita aprendo la porta a novità e ad un finale a doppia sorpresa. Ho trovato interessante e coinvolgente lo stile dell’autore: tutto il libro è permeato da un umorismo sottile e a tratti amaro, da un’ironia che si trasforma adattandosi man mano alle varie situazioni narrate e da una acuta osservazione e conoscenza delle debolezze dell’animo umano. “L’Idraulico cieco” è quindi divertentissimo ma senza essere superficiale. Cosa posso aggiungere? A me è piaciuto molto quindi…leggetelo!
Leggendo tra le righe