Giuseppe Giangrande, un anno dopo: “Voglio vivere la vita per quello che mi può dare anche se in maniera diversa”

La drammatica vicenda che si è verificata quasi un anno fa, esattamente il 28 aprile del 2013, e che ha visto il ferimento quasi mortale del brigadiere Giuseppe Giangrande davanti a Palazzi Chigi nello stesso giorno in cui si stava svolgendo l’insediamento del Governo Letta, è ancora vivo nella nostra mente. Giangrande torna a far sentire la propria opinione in occasione di un’intervista al giornale “La Repubblica”.

E lo fa attraverso la figlia perché il carabiniere è stato intubato a seguito di una polmonite cui si è aggiunta una crisi respiratoria. Ma la situazione è ben più grave. La diagnosi scritta nella cartella clinica, infatti, recita cosi: “tetraplegia da lesione midollare”, conseguenza di una vertebra spezzata e della paralisi dei quattro arti. Ma probabilmente l’aspetto più emozionante di tutta questa triste e dolorosa situazione è che Giuseppe Giangrande, nonostante la condizione in cui si troverà nel proseguo della sua vita, dimostra ancora una grande forza d’animo e una volontà ammirevole.

<< Voglio vivere la vita per quello che mi può dare anche se in maniera diversa rispetto al passato >> ha infatti dichiarato << per fortuna la gente non si è dimenticata di me, e nemmeno l’Arma. E questo mi riempie di gioia, mi aiuta davvero ad andare avanti” >>. Adesso di lui si occupa la figlia, un impegno sicuramente sacrificante ma, allo steso tempo, nobile. L’uomo che quel giorno sparò, invece è stato condannato a 16 anni.

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About the Author: Luigi Iacopino