Dura presa di posizione della società neroarancio in merito alla vicenda dell’impianto di Pentimele: “Senza il palazzetto si nega alla squadra il diritto di avere un futuro. Sarebbe un crimine sportivo che i tifosi neroarancio e l’intera città non meritano”
“La vicenda della PalaCalafiore rappresenta uno dei nervi scoperti per lo sport reggino. L’impiantistica sportiva, nella più grande città della Calabria, versa in condizioni disastrose. Non sta a noi stabilire di chi siano le responsabilità. Tuttavia abbiamo il diritto e, soprattutto, il dovere morale nei confronti del glorioso titolo sportivo della Viola e dei suoi tifosi, di porre l’accento sull’esigenza che la nostra squadra torni a giocare nella sua casa”. Con queste parole la società cestistica neroarancio interviene in relazione alla vicenda dell’impianto sportivo di Pentimele, al termine di una stagione tribolata sul piano logistico ma soddisfacente su quello sportivo, con la salvezza conquistata con una giornata d’anticipo. “La Viola – prosegue la società – deve assolutamente tornare a disputare le sue partite sul parquet del PalaCalafiore. La struttura di Pentimele, negli anni passati, è stata il fiore all’occhiello della città. In essa sono state ospitate gare dei più prestigiosi campionati italiani e di numerose competizioni internazionali. Il palazzetto è stato il simbolo non solo di una grande squadra come la Viola, ma anche del riscatto sociale di una intera comunità che, attraverso la pallacanestro, è riuscita a liberarsi dagli stereotipi del passato e a far conoscere il suo buon nome in giro per l’Italia grazie allo sport. Oggi – prosegue la dirigenza neroarancio – Reggio Calabria vive un altro momento molto delicato della sua storia millenaria. Proprio per questo, lo sport deve tornare a essere il grande vettore di una immagine positiva della città e della Calabria. La Viola sta facendo fino in fondo la sua parte. Ha conquistato una salvezza che, secondo gli addetti ai lavori, va considerata come un’autentica impresa. Un risultato straordinario dal punto di vista agonistico che non esitiamo a definire epico, soprattutto alla luce delle gravissime difficoltà logistiche che abbiamo dovuto affrontare. Vivere una intera stagione lontano dalla nostra casa – evidenzia la società – è stata per noi una fortissima penalizzazione. Nonostante la benevola accoglienza della città di Vibo Valentia, che ancora una volta vogliamo ringraziare, giocare in trasferta per quattro mesi consecutivi è stato pesantissimo. Questa situazione ha rischiato seriamente di distruggere la Viola sia sotto il profilo sportivo, sia dal punto di vista societario. Adesso che si è tornato a parlare della PalaCalafiore, con la Viola finalmente salva, siamo fermamente convinti che sia giunto il momento di intervenire. Lo facciamo pubblicamente, per spiegare a quanti non lo avessero ancora capito che la Viola è un patrimonio di Reggio Calabria. Anzi, la Viola è Reggio Calabria. Questa blasonata squadra non può esistere in nessun’altra città. Ecco perché rivolgiamo un pubblico appello a chi ha responsabilità politiche e amministrative in Calabria, in provincia di Reggio e in questa città. Il PalaCalafiore è un impianto vitale per la sopravvivenza della Viola. Solo se questa struttura sarà riconsegnata alla città prima dell’estate – conclude la dirigenza neroarancio – sarà possibile immaginare un futuro per la pallacanestro reggina all’altezza della storia e del blasone della città e della Viola. Negli ultimi tempi, Reggio Calabria è stata espropriata di tante cose. Nessuno può negarle adesso almeno la gioia di esultare per i propri successi sportivi. Privare Reggio del PalaCalafiore e, dunque, negare alla Viola il diritto di avere un futuro, significherebbe macchiarsi di un crimine sportivo che i tifosi neroarancio e l’intera città non meritano. Siamo pronti a fare la nostra parte fino in fondo, come abbiamo sempre fatto, con responsabilità e spirito di sacrificio. Ma questa è una partita che non potremo vincere da soli”.
Ufficio Stampa Viola Reggio Calabria