I giochi delle candidature alle elezioni europee si chiudono alle 20, ma è quasi certa la presenza nella lista del Ncd-Udc del governatore Giuseppe Scopelliti nella circoscrizione meridionale. Una scelta ponderata, importante, risolutiva. Da presidente della Regione è intenzionato a confermare le sue dimissioni, al momento opportuno però. Ci sono scadenze ineludibili che il Consiglio regionale deve “onorare” nelle prossime settimane, per cui responsabilità impone di non buttare via il bambino con l’acqua sporca. Le dimissioni del presidente provocano automaticamente, infatti, lo scioglimemento del Consiglio, che resterebbe in carica, lo ricordiamo, anche nel caso dovesse intervenire nel frattempo la sospensione di Scopelliti per l’infausta, incostituzionale e famigerata “legge Severino”. Il presidente si potrà dimettere anche da sospeso. Calma e gesso, quindi. La fretta del segretario dc Magorno (che fa rima con “talorno”) di chiedere le dimissioni subito di Scopelliti sin dal giorno successivo alla sentenza di primo grado è una pretesa irresponsabile e “bleffante”. Magorno ripete, come un disco rotto il solito… “talorno”. “Bisogna votare a giugno”, dice mentendo a se stesso. Il Pd, infatti, non è ancora in condizioni di affrontare subito l’elezione regionale: è disorganizzato, diviso e non ha ancora un candidato all’altezza di concorrere per la presidenza. E, in effetti, sotto traccia, con un fil di voce e dietro le quinte, diversi consiglieri del centrosinistra auspicano che lo scioglimento del Consiglio regionale avvenga il più tardi possibile. Al primo posto serve una legge elettorale per andare alle urne che la massima assise sta cercando a fatica di approvare. E poi ci sono altre due priorità: l’assestamento del Bilancio e la rivisitazione dello Statuto. Intanto adesso bisogna pensare alle elezioni europee. La candidatura di Peppe Scopelliti non è certo la conseguenza della rinuncia di Giampaolo Chiappetta, ma il coraggio di una scelta che assume significati probanti: la sua presenza in questa competizione serve a fare da locomotiva per la lista del Ncd-Udc nella circocrizione meridionale e, in particolare, in Calabria; a confermare che non può essere una sentenza a togliergli la leaderschip del centrodestra nella nostra regione conquistata con il suo lungo e intenso percorso politico e ribadita a piazza Duomo dai leader nazionali e calabresi del suo partito; a dimostrare che Scopelliti non ha mai avuto paura di affrontare le urne perché convinto che ancora una volta incontrerà la fiducia dell’elettorato, forte dei risultati conseguiti come amministratore sia da sindaco di Reggio sia da governatore della Calabria. In quattro anni ha risanato la sanità ed ha ridato speranza ai calabresi: i frutti si cominceranno a raccogliere nei prossimi mesi. Quasi certamente molto presto verrà completata e inaugurata la “Cittadella” che raccoglierà a Germaneto, ponendo fine al grande business catanzarese degli affitti. Il risparmio per la Calabria sarà di diecine e diecine di milioni. Una riflessione è d’obbligo: Peppe Scopelliti ha avuto il merito di aver favorito il completamento dei lavori di Palazzo Campanella quando, giovanissimo, era il presidente del Consiglio regionale. Anche a Reggio c’era il tira e molla strategico e la Regione pagava fitti esosi. A Catanzaro il business, considerando la distribuzione dei vari assessorati in diversi posti della città, è davvero esorbitante. Scopelliti, accelerando i lavori, sta per porre fine a questa “Tela di Penelope”. A proposito: ricordiamo che l’on. Agazio Loiero, appena eletto presidente, aveva solennemente promesso che nel suo quinquennio gli uffici regionali si sarebbero trasferiti nella “Cittadella”, annunciando a più riprese la chiusura dei cantieri. Sapete tutti come è andato a finire: le bugie gli hanno provocato una bocciatura clamorosa anche nella “sua” Catanzaro. Loiero è stato l’unico al mondo, assieme ad un suo ex assessore a lui a quel tempo fedele, a bere a Reggio l’acqua del Menta alla vigilia delle elezioni regionali del 2010. E oggi Loiero ha il coraggio di censurare la scelta di Scopelliti a scendere in campo alle europee, attaccandolo “per le sue dimissioni immaginarie”. Chiusa questa allegra riflessione-Loiero, in attesa dell’ufficializzazione della candidatura di Scopelliti, da reggini e da calabresi non possiamo che apprezzare questa sua scelta, ricordando che nel 1994, quando ancora faceva parte di Alleanza Nazionale, un giovanissimo Peppe Scopelliti si era candidato alle europee, risultando il secondo dei non eletti nell’Italia meridionale con quasi 35 mila voti. Per la situazione dell’epoca e per la giovane età il risultato venne definito un grande successo personale. Da allora quel ragazzo ne ha fatto di strada! La nuova sfida elettorale di Peppe Scopelliti può cominciare!
FRECCIA DEL SUD