I tassisti reggini sicuramente sbagliano a non utilizzare il tassametro, contribuendo ad alimentare immagine negativa per la nostra città. Ma da qui a pensare che siano truffaldini, secondo me, ce ne passa. Premesso che non ho nulla da spartire con gli stessi e non ne conosco nessuno, ritengo, comunque, doveroso esporre quanto di mia conoscenza. Infatti il prezzo della corsa porto aeroporto, deliberato dal comune, mi sembra veramente irrisorio, rispetto a quelli mediamente praticati nelle altre città italiane. Per percorsi di distanza similare, in molte città di Italia ho sempre pagato almeno il doppio. Come per le brevi tratte, per intenderci quelle comprese entro i due chilometri, il tassista o rifiuta la corsa o ti chiede un importo fisso minimo. Per esempio una sera arrivato ad Olbia con l’ultimo volo e dovendo raggiungere l’albergo, sito a meno di due chilometri, il tassista mi ha chiaramente detto che o ci andavo a piedi o non avrebbe potuto chiedermi meno di dieci euro. Lo stesso accade a Fiumicino: se il tuo albergo è a Fiumicino stesso, quindi nel raggio di tre/quattro chilometri, il tassista rifiuta la corsa. La motivazione è presto detta, prendendo la corsa perde il turno e dopo essere stato in attesa, magari ore, non può permettersi di perdere il turno per un corrispettivo minimo. Ora quello che striscia ha documentato a Reggio è comune in tutta Italia. E’ chiaro che certi comportamenti non vanno giustificati ne tollerati, ma forse sarebbe il caso di rivedere le tariffe regolamentate, per consentire ad ogni lavoratore di mantenere a propria famiglia senza dover ricorrere a mezzucci.
riceviamo e pubblichiamo da Enzo Cuzzola