Peppe Scopelliti ha superato con il massimo dei voti l’esame della “Piazza”. Promuovere un’iniziativa politica a piazza Duomo, soprattutto di questi tempi, è sempre un rischio. Non è facile, infatti, riempire un’area così vasta, tanto che ormai è da anni che la sparpagliata organizzazione di centrosinistra ripiega su altri spazi, spesso nella “salottiera” piazza Campagna. Invece giovedì sera è stato un vero e proprio spettacolo di pubblico con la “Duomo” gremita dappertutto, diverse centinaia di persone hanno dovuto trovare posto dietro il palco. Eppure c’è stato chi, magari deluso dalla grande presenza, è andato a chiedere la carta di identità alle persone che affollavano la piazza, scoprendo che c’era molta gente della provincia e un po’ meno della città. In effetti in piazza a sostenere Scopelliti c’erano rappresentati di tutta la Calabria. L’evento, infatti, è stato organizzato dal NCD regionale a sostegno e per solidarietà al Governatore della Calabria. E la Calabria, assieme a Reggio ovviamente, ha risposto alla grande. Certo chi si aspettava ampi spazi vuoti c’è rimasto male. Non è comunque una sentenza di primo grado a fermare l’ascesa politica di Peppe Scopelliti che in quattro anni ha dato una svolta alla vita della Regione, malgrado l’imperversare della crisi planetaria avvertita più che mai nel Mezzogiorno d’Italia. Nell’evento di giovedì, presenti i vertici del Ncd nazionale, sono stati fissati i punti di un percorso di lealtà e di impegno verso i calabresi. Scopelliti, come ha titolato oggi “Gazzetta del Sud”, lascia la carica istituzione per effetto della “Legge Severino” che sta per essere dichiarata incostituzionale ma raddoppia il suo ruolo politico: resta il leader dell’intero centrodestra calabrese, è lui la vera “locomotiva” in grado di trascinare un’intera coalizione verso la vittoria. Ha detto tra gli applausi: “Se sono quelli che si leggono in questi giorni i nomi dei papabili candidati alla presenza della Regione, il centrodestra vincerà in Calabria per altri 30 anni”. Ora cominciano ad arrivare i risultati di quattro anno di inteso lavoro: nella primavera del 2010 Scopelliti e la sua squadra sono partiti dalle macerie lasciate dalla nefasta gestione dell’on. Agazio Loiero e di un centrosinistra rissoso e diviso. Dal fondo, dalle tenebre della notte, Scopelliti ha cominciato la risalita alla ricerca dei primi raggi di sole. Un esempio per tutti la sanità: il “buco” era di quasi 300 milioni, nell’ultimo bilancio è stato ridotto a trenta. Lottando contro vento e contro le lobby di ogni genere, Scopelliti ha dato la svolta. La testimonianza di migliaia di gente calabrese a piazza Duomo è il migliore e trasparente attestato di fiducia di cui ancora gode Scopelliti.
Da quando guida la Regione, il Centrodestra vince in tutte le elezioni, comprese le ultime politiche di poco più di un anno fa, tanto che il premio calabrese al Senato è andato al PDL. Gli avversari hanno pensato di affossarlo attraverso la carta bollata, la via giudiziaria. Ma esistono i tre gradi di giudizio. L’ultimo esempio è arrivato in questi giorni. Il Tribunale di Reggio aveva condannato Scopelliti per l’indagine legata alla discarica di Longhi-Bovetto. La Procura generale della Corte d’Appello ne aveva chiesto l’assoluzione, ma la Corte, con una sentenza che all’epoca suonò strana, ha assolto l’Assessore al ramo Caridi (pure lui condannato in primo grado), infliggendo a Scopelliti sei mesi di reclusione. La Cassazione avrebbe potuto considerare prescritto il reato dell’ex sindaco ma, invece, proprio perché dalle indagini emergeva, chiara e lampante, la sua innocenza lo ha giudicato e assolto. Una sentenza esemplare che dimostra come i Tribunali e le Corti di Appello possono sbagliare anche perché i magistrati non rispondono dei loro errori, una cosa non democratica in un Paese civile e in uno Stato fondato sul Diritto dove la legge dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere uguale per tutto. Vediamo se Renzi riuscirà a portare a compimento la Riforma della Giustizia.
Intanto questa sentenza esemplare della Cassazione dovrebbero far riflettere gli avversari di Scopelliti e mettere in agitazione i detrattori. Il Governatore si dimetterà, come hanno fatto altri due esponenti del NCD, il senatore Tonino Gentile da sottosegretario pur non essendo neanche indagato e l’on. Nunzia De Girolamo da ministro coperta da fango mediatico senza ancora alcuna prova. Ma ripetiamo: bisogna avere pazienza perché c’è sempre un… giudice a Berlino che prima o poi stabilirà la verità. Intanto la magnifica risposta calabrese di Piazza Duomo e la sentenza della Cassazione sull’indagine di Longhi Bovetto danno ancora più forza a Peppe Scopelliti: chi pensava di poterlo azzoppare attraverso la via giudiziaria ha fatto male i conti anche perché pure lui (il fustigatore di costumi) e pare che ci siano ormai tutti gli estremi, potrebbe finire, in maniera più grave, dentro le maglie della giustizia.
FRECCIA DEL SUD