Italiani di Crimea

Secondo il Cremlino, l’intervento russo è stato necessario per tutelare i russi di Crimea. Anche Israele si è allertato per proteggere gli ebrei ucraini. E l’Italia cosa fa per gli italiani di Crimea? Sono solo circa 500 (erano alcune migliaia) e vivono a Kerc, sull’omonimo stretto tra il Mar Nero e il Mar d’Azov. CrimeaLa loro origine risale alle repubbliche marinare di Genova e Venezia. Nell’Ottocento giunse, anche, un consistente nucleo proveniente dalla Puglia. Pagarono un duro prezzo alle purghe di Stalin e durante la Seconda Guerra Mondiale furono deportati in Siberia: tanti morirono. I superstiti tornarono a Kerc ai tempi di Kruscev. Dal 2008 è stata costituita un’associazione, presieduta da Giulia Giacchetti Boico, che si propone di rinsaldare i rapporti con la madre patria; mantenere viva la lingua e la cultura italiana; tutelare la comunità dinanzi alle autorità governative. Ma la Crimea ha un ruolo nella storia d’Italia anche per altri motivi. Fu a Taganrog, sul Mar d’Azov, che Giuseppe Garibaldi incontrò alcuni marinai appartenenti alla Giovane Italia. L’Eroe dei Due Mondi decise di battersi l’Unità d’Italia. Partecipando alla Guerra di Crimea, il Regno di Sardegna prese poi parte al Congresso di Parigi, a fianco delle grandi potenze, dove Cavour perorò la causa italiana. Anche oggi l’Italia deve scegliere se avere un ruolo sullo scacchiere internazionale o se preferisce vivacchiare sperando nella buona sorte.

Tonino Nocera

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