di Annalisa Brivio – Si sa, in un paese democratico la legge serve. Qualcuno e qualcosa devono dettare cosa si può fare e cosa invece no, punendo chi trasgredisce. L’articolo 3 della Costituzione recita che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”.Uguaglianza tra i cittadini, pari diritti e doveri, rispetto e tutela della libertà. Scontata quindi la coerenza nella stesura e nell’applicazione delle leggi create a tutela di tutto ciò. Capita a volte, però, di soffermarsi a riflettere su quanto tutto ciò venga rispettato e tutelato in realtà. Appaiono sempre così coerenti, agli occhi di chi osserva,le sentenze dei nostri giorni? A volte può sembrare cosa ardua comprendere la logica sottostante ad alcune scelte legislative.
E’ di poco tempo fa il fatto di cronaca che vede un pizzaiolo, padre di tre figli titolare di una pizzeria, multato di duemila euro a causa della presenza della moglie all’interno dei locali intenta ad aiutarlo. Certo, se la donna non è assunta non può lavorare lì, quindi la multa è dovuta. Ma, era proprio necessario intimare il pagamento entro pochi giorni rischio la chiusura del locale? L’uomo purtroppo, preso dalla disperazione a causa della mancanza di denaro, si è tragicamente tolto la vita. Di contro però, la cronaca ci ha ampiamente narrato anche di facoltosi vip che, rei di evasione fiscale per cifre da capogiro, invece di essere obbligato al versamento della cifra accertata più relativi interessi, si sono visti condonare il tutto con un patteggiamento per cifre di gran lunga inferiori, con i tempi che ovviamente sono occorsi per onorare il debito verso lo stato. I casi più eclatanti si trovano nei fatti di cronaca che trattano gli stupri. Lo stupro è un gravissimo crimine contro la persona, una violenza sessuale è e rimane tale, comunque venga consumata.
Nel 2006 nel caso di una quattordicenne abusata dal patrigno, all’uomo vennero riconosciute le attenuanti per la “minore gravità del fatto” dato che la ragazza, ai tempi dei fatti, aveva già perso la verginità. In pratica, una volta persa la verginità l’abuso causa meno danni, quindi risulta meno grave. Altra sentenza shock fu quella del 1999 in cui, venne negata l’esistenza dello stupro dato che la vittima “indossava i jeans”. A quanto pare l’indumento in questione sarebbe impossibile da sfilare senza la collaborazione di chi li indossa. Ai tempi mi chiesi se era uno scherzo di cattivo gusto di qualche persona in vena di pessima ironia.. ma non era il primo di aprile.. Qui ho riportato un paio di casi ma, purtroppo, non solo i soli. Ci sono comunque anche casi in cui la legge non si è lasciata sfuggire il delinquente di turno, punendolo con processi esemplari ed il tanto temuto carcere. Vi ricordate che Fabrizio Corona è riuscito a portarsi a casa 14 anni di carcere senza stupri o violenze alla persona?