“Arrivare, nei casi estremi, alla radiazione dei dirigenti delle società sportive che si macchiano di episodi di violenza sui campi”. È la proposta del presidente del Coni Calabria, Mimmo Praticò, dopo la recrudescenza di episodi di cronaca che si sta registrando sui terreni di gioco in gran parte della nostra regione. Un’idea che lo stesso massimo dirigente sportivo calabrese ha lanciato nei giorni scorsi, durante la presentazione del protocollo d’intesa tra il Centro sportivo italiano e il “Centro servizi al volontariato dei due mari”. L’accordo, condiviso dalle diocesi di Reggio – Bova e Oppido – Palmi, prevede la trasformazione di squalifiche e sanzioni disciplinari in azioni di volontariato, al servizio degli ultimi.
“Ho apprezzato molto quel progetto – ha dichiarato Mimmo Praticò – che tocca un nervo scoperto del mondo dello sport e del calcio in particolare. Si deve sradicare, specie in alcune zone del Sud, la cultura criminale che non riesce a far percepire ai ragazzi il significato di una squalifica o il valore di una sconfitta. I giovani devono vivere serenamente l’attività agonistica, rispettando l’avversario e ottenendo quell’arricchimento, non solo fisico ma anche morale, che lo sport garantisce. Trasformare una punizione in un’opportunità di crescita è un’idea meritevole di sostegno e di plauso. Il nostro obiettivo – ha continuato il presidente del Coni Calabria – deve essere quello di innescare un circuito virtuoso capace di correggere l’atteggiamento dei giovani e, per questa via, migliorare l’intero sistema dello sport regionale e nazionale”.
“La multa in denaro che spesso si irroga a una società sportiva – ha proseguito – non risolve i problemi di fondo. Bisogna trovare gli antidoti giusti, sanzionando a titolo di responsabilità oggettiva anche chi amministra una realtà sportiva, grande o piccola che sia. I dirigenti non possono sottrarsi alle loro responsabilità e se sbagliano devono pagare anche, in casi estremi, con la radiazione. Ho sempre sostenuto – ha detto ancora Mimmo Praticò – che la formazione dei quadri delle associazioni sportive dilettantistiche è essenziale. Corsi adeguatamente organizzati potranno creare figure competenti e preparate, capaci di rivolgersi agli atleti con lo spirito degli educatori e non con l’atteggiamento degli sprezzanti burocrati. Bisogna lavorare a lungo in questa direzione. È una battaglia che imporrà un impegno notevole: la semina di oggi ci consentirà di raccogliere i frutti tra qualche tempo perché è una sfida educativa e culturale prima ancora che sportiva. Bisogna ricostruire – ha concluso il presidente del Coni Calabria – la struttura etica dello sport, oggi, purtroppo, spesso lacerata”.