Vi sono alcuni, che appresa la notizia della condanna del Governatore Scopelliti a sei anni anche per il reato di abuso d’ufficio, hanno allegramente festeggiato. Ovviamente sono coloro che in questi tre anni hanno attivato le procedure giudiziarie contro Giuseppe Scopelliti ed hanno in tutti i modi spinto verso una condanna esemplare e più pesante possibile. 
Tale comportamento potrebbe anche essere giustificabile dal loro punto di vista, poiché hanno intravisto nella strada giudiziaria il modo per togliere di mezzo un avversario politico che sul piano elettorale non sono mai riusciti a battere. E’ ovvio, quindi, che una volta ottenuto questo tassello, che oggettivamente pone al governatore l’ostacolo rappresentato da una possibile sospensione di 18 mesi, non siano riusciti a contenere la gioia interiore mai ricevuta in occasione delle competizioni elettorali costantemente perse. Ma ancora una volta si sono fatti prendere la mano. Inopinatamente hanno esteso i festeggiamenti anche al crollo del “Modello Reggio” senza capire che quello che mantiene alta l’opinione che la gente comune ha di Scopelliti è proprio l’abilità che lui ha avuto di trasformare per nove anni la città di Reggio Calabria rendendola non solo vivibile ma centro di attrazione a tutti i livelli. Ogni reggino, in cuor suo, sa benissimo che la qualità della vita della sua città è miseramente crollata da quando Scopelliti è diventato governatore della Calabria, e sa pure che lo stesso Scopelliti anche da governatore ha fatto tutto il possibile per il sostegno della comunità cui appartiene. Gridare, quindi, allo scandalo e demonizzare il “Modello Reggio” è un grosso autogol per i detrattori di Scopelliti e, se fossimo al suo posto cercheremmo di risolvere al più presto l’impiccio burocratico delle dimissioni definendo subito il futuro della Regione sino alle prossime elezioni e ci dedicheremmo ancor più di prima all’opera di sostegno della nostra città natia che, visto lo stato di abbandono in cui si trova e la totale assenza di serie prospettive future, ha ancora più bisogno di prima di quel modello che l’aveva fatta crescere.
Tale comportamento potrebbe anche essere giustificabile dal loro punto di vista, poiché hanno intravisto nella strada giudiziaria il modo per togliere di mezzo un avversario politico che sul piano elettorale non sono mai riusciti a battere. E’ ovvio, quindi, che una volta ottenuto questo tassello, che oggettivamente pone al governatore l’ostacolo rappresentato da una possibile sospensione di 18 mesi, non siano riusciti a contenere la gioia interiore mai ricevuta in occasione delle competizioni elettorali costantemente perse. Ma ancora una volta si sono fatti prendere la mano. Inopinatamente hanno esteso i festeggiamenti anche al crollo del “Modello Reggio” senza capire che quello che mantiene alta l’opinione che la gente comune ha di Scopelliti è proprio l’abilità che lui ha avuto di trasformare per nove anni la città di Reggio Calabria rendendola non solo vivibile ma centro di attrazione a tutti i livelli. Ogni reggino, in cuor suo, sa benissimo che la qualità della vita della sua città è miseramente crollata da quando Scopelliti è diventato governatore della Calabria, e sa pure che lo stesso Scopelliti anche da governatore ha fatto tutto il possibile per il sostegno della comunità cui appartiene. Gridare, quindi, allo scandalo e demonizzare il “Modello Reggio” è un grosso autogol per i detrattori di Scopelliti e, se fossimo al suo posto cercheremmo di risolvere al più presto l’impiccio burocratico delle dimissioni definendo subito il futuro della Regione sino alle prossime elezioni e ci dedicheremmo ancor più di prima all’opera di sostegno della nostra città natia che, visto lo stato di abbandono in cui si trova e la totale assenza di serie prospettive future, ha ancora più bisogno di prima di quel modello che l’aveva fatta crescere.
