Per il “nostro” premier, l’ultima settimana è stata una settimana all’insegna dell’Europa, della “legittimazione” del suo governo e dei suoi programmi di “ristrutturazione” e di “rivoluzione” della cosa pubblica. Accettato ed apprezzato per le sue parole e le sue intenzioni, passato “l’esame” con la Cancelliera Merkel e con i francesi, piccole incomprensioni, volute o meno da Van Rompuy e Barroso, ma tutto sommato, vuoi che sia giovane vuoi che la sua toscanità l’abbia aiutato, ne è uscito bene sia per la sua immagine personale che per l’immagine del nostro paese. Ora, come direbbero i nostri vecchi, i nodi stanno giungendo al pettine. Renzi deve trovare il modo di rispettare ed attuare le sue promesse… Abbiamo il DL lavoro che la settimana prossima arriverà alla Camera per la conversione in legge, ma si troveranno sicuramente alcune difficoltà, perché M5S, una minoranza del PD e Sel vorrebbero emendare questo DL come già annunciato ed in sintonia con la CGIL, contro parte del PD NCD e FI che vorrebbero l’impianto legislativo tale e quale a quello passato in senato…. Altro “grosso” scoglio con cui sta’ per cozzare il premier riguarda il “Piano Cottarelli” sulla spending review nelle cui mire ci sarebbe una revisione al ribasso dei “Superstipendi” dei vari AD statali, con contemporanea alzata di barricate dei diretti interessati… Infatti il premier di fronte alle dichiarazioni dell’AD di FS Moretti che afferma : “Siamo delle imprese che stanno sul mercato ed è evidente che sul mercato bisogna anche avere la possibilità di retribuire, non dico alla tedesca e nemmeno all’italiana, un minimo per poter far sì che i manager bravi” rimangano ad operare là “dove ci sono imprese complicate e dove c’è del rischio ogni giorno da dover prendere; senza stipendi adeguati in imprese come la nostra, che fatturano più di 10 miliardi di dollari l’anno e che sono tra i più grandi complessi che esistono in Italia, difficilmente si danno. In una impresa privata che fattura neanche un miliardo – ha aggiunto – troverete che gli stipendi sono quattro volte quelli che vi ho detto….” Risponde con: “Resisteranno a parole, ma poi ovviamente è naturale che le cose cambino, Non è possibile che l’ad di una società guadagni mille volte in più dell’ultimo operaio. Torniamo a un principio di giustizia sociale. Noi non molliamo”. E assicura: “Torneremo a un rapporto di uno a dieci, come ai tempi di Olivetti. Quando c’era lui, Adriano Olivetti, il rapporto era più equo: dare un po’ meno a chi guadagna milioni e rimettere in moto l’economia e il ceto medio.” Renzi conclude con delle dichiarazioni che negli ultimi anni mancavano sulla bocca dei premier, vedi Monti e Letta, infatti dichiara : “L’importante è che l’Italia cambi e se a maggio arriveranno le risposte che abbiamo annunciato credo che allora potranno fare tutte le polemiche che vogliono: l’importante è che l’Italia si rimetta in moto; Mi interessa il consenso delle famiglie italiane e non quello delle associazioni…” riferendosi allo “pseudo asse” Squinzi – Camusso… Renzi per ora sta scommettendo il “tutto per tutto”, e a differenza degli ultimi due predecessori, ci sta mettendo la propria faccia… Le risposte alle sue scommesse sono prossime a venire, vedi i famosi 80€ nelle buste paga ed il resto… Presto capiremo se è stato un bluff, o invece no, forse anche Matteo Renzi si dovrà scontrare contro la cruda realtà del partitismo e delle “pugnalate” alla schiena…