Bruciare i rifiuti è inutile e sbagliato

di Katia Germanò – “E’ una secca giornata estiva. Un uomo passeggia in un bosco per godersi un pò di fresco. Dopo aver fumato una sigaretta, getta il mozzicone in una piccola radura. Il mozzicone cade su un fazzoletto di carta gettato da un villeggiante (tanto la carta non inquina!). Il fazzoletto prende fuoco e trova facile esca in un arbusto secco, ucciso da un coleottero. L’arbusto prende fuoco. Le fiamme si levano più alte. C’è un leggero venticello. Qualche scintilla e prende fuoco un arbusto lì vicino. Il fuoco, attizzato dal vento, si propaga ad altri tre alberi. Ognuno dei quattro alberi in fiamme ne incendia altri quattro: gli alberi in fiamme diventano 20, poi 100 e poco dopo tutto il bosco è in preda alle fiamme. Tutto questo per un piccolo parassita che ha ucciso un piccolo arbusto e per un mozzicone di sigaretta caduto su un fazzoletto usato.” (M. Guidotti). Ho raccontato questa storia, che spiega in maniera molto semplice il cosiddetto effetto farfalla (teoria del caos), per far comprendere che qualsiasi azione che viene compiuta ha delle conseguenze, e che a volte quelle che appaiono innocue azioni hanno invece delle conseguenze non subito prevedibili ma in seguito devastanti.immondizia1

C’è, poi, una legge fisica, la “legge della conservazione della massa” che, partendo dal principio “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” (Antoine Lavoisier, 1774) dimostra che la materia non può essere creata o distrutta ma solo trasformata.

Queste teorie valgono per la natura, il mondo che ci circonda, l’ambiente, il globo terracqueo, l’universo, la materia… ed anche i rifiuti…

Il “rifiuto” è qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi. Ancora oggi, il metodo più diffuso in Italia per lo smaltimento dei rifiuti è la discarica, nonostante le varie conferenze e studi, tenutesi in tutto il mondo, a partire dagli anni ’60 e ‘70, abbiano stabilito i nuovi metodi di smaltimento per evitare il più possibile l’inquinamento che ne deriva. Ma le discariche, dopo anni di accumulo, sono sature, crearne di nuove genera problemi perché nessuno le vuole avere vicino (sindrome NIMBY – not in my back yard -non nel mio giardino), la raccolta differenziata in molte zone, soprattutto in quelle con situazioni economiche e sociali problematiche, se viene fatta, è fatta male, o non viene fatta per niente, per cui è sempre più facile vedere i rifiuti accumularsi per le strade per giorni e giorni, molte volte addirittura per mesi. Ed è qui che entra in azione il cittadino “inconsapevole” bruciando questi cumuli rivoltanti di rifiuti. Ma bruciare i rifiuti è inutile e sbagliato. Il perché ce lo spiegano le teorie di cui abbiamo parlato prima. Inutile perché i rifiuti bruciandosi si trasformano, da materia solida in fumi tossici e nocivi e in ceneri dannose (legge della conservazione della massa), e sbagliato perché le sostanze cancerogene impiegano molto tempo per provocare un tumore. Neppure i cancerogeni più letali, somministrati alle massime dosi, provocano istantaneamente il cancro. Esso si manifesta solo dopo anni o addirittura decenni, quindi, difficilmente, quando ci si ammala, si va a pensare a quel lontano cumulo di rifiuti bruciati, inceneriti, gassificati, ma respirati e ingeriti nella stessa quantità che sono “spariti” (l’effetto farfalla – teoria del caos).

L’uomo, purtroppo, non ha mai compreso le conseguenze delle sue azioni. O meglio, non ha mai capito che “Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi” (Capo Tribù Capriolo Zoppo nel 1854 in una lettera indirizzata al presidente degli stati uniti Franklin Pirce).

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