di Leo Iiriti – L’ultimo libro pubblicato da Mario Giordano, “Non vale una Lira” di cui due giorni fa sono usciti ampi stralci su Libero, apre a scenari inquietanti, che qualora fossero fondati metterebbero in crisi l’attuale sistema. Il giornalista sostiene di aver avuto accesso a dei report segreti, elaborati da alcuni analisti delle principali banche italiane ed estere, attraverso i quali si ipotizza anche un piano di uscita dall’euro. Se questo fosse vero, allora vuol dire che ci troveremmo di fronte ad un problema molto serio.
La politica italiana sta facendo di tutto per garantirsi uno spazio in Europa, con eccessive difficoltà chiamando il paese a molti sacrifici. E se tutto questo fosse vano, perché le lobby finanziarie non hanno fiducia dell’eurozona sul lungo periodo? Il nostro debito che fine farà? Come verrà garantito?
Questo non lo sa nessuno, anche se negli ultimi tempi, molti economisti si stanno cimentando in una serie di piani che possano garantire l’uscita dall’euro. La stampa, molti partiti politici, e non parlo solo di quelli italiani, stanno mettendo in discussione tutto il sistema europeo,soprattutto negli ultimi mesi.
La verità è che le crisi, almeno ascoltando l’intervento di Mario Monti alla LUISS, sono utili perché aiutano a creare il nuovo che genera progresso, ma quella che stiamo vivendo è qualcosa che va al di là di qualsiasi scenario umanamente concepibile. Le banche oggi stanno occupando un ruolo smisurato. I tre centri di potere veri di questa Europa sono: banche, fondi d’investimento e società di rating. E qui non si tratta neanche di un conflitto tra diverse concezioni economiche, quindi tra economia pianificata ed economia di mercato.
Perché l’economia pianificata è morta con l’Unione Sovietica, e il liberismo è stato distrutto dalla globalizzazione, attraverso la quale sono stati deregolamentati tutti i mercati, permettendo a prodotti cinesi di entrare in Italia, distruggendo buona parte del mercato interno delle nostre aziende, che si sono trovate a dover competere con realtà estremamente meno regolamentate, sotto tutti i punti di vista, rispetto alla nostra.
Oggi la nuova frontiera dell’economia è quella finanziaria che è sostenuta dalla logica del ” tu big to fail”, tradotto: “troppo grande per fallire”, perché tutto ciò creerebbe dissesto sociale. Ecco allora che si vede chiaramente come lo scenario futuro diventi molto incerto, perché la verità è che dovremmo riscrivere le regole del nostro mondo.
I problemi prioritari sono quelli economici, e il nostro Paese può pensare di ridurre il debito solo se riuscirà a rilanciare la crescita. Chissà quali saranno gli sviluppi, forse le nuove elezioni europee daranno un nuovo impulso alle politiche dell’Europa, perché credo che questa sia l’ultima opportunità. Fallita questa, non credo ci siano margini per riproporre l’unione politica di popoli tra loro diversi.