Legge Elettorale?

di Carlo Viscardi – La prima delle riforme proposte dal neo-premier Renzi è la riforma elettorale che dovrebbe dare il via alla ormai famosissima promessa, una riforma al mese, sembra aver trovato forma e corpo. L’impianto base del testo, frutto dell’accordo tra Renzi e Berlusconi, è stato approvato, anche se con uno scarto inferiore a quello previsto sulla carta. Ma vediamo cosa prevede la nuova legge: è fissata una soglia di sbarramento al 37% necessaria per ottenere il premio di maggioranza.Un’altra soglia, del 4,5%, è quella che i partiti devono superare per entrare in parlamento, se si presentano all’interno di una coalizione. Altrimenti, se corrono da soli, la soglia sale all’8%. Per le coalzioni la soglia di sbarramento è fissata al 12%; il premio di maggioranza, pari al 15%, che viene assegnato alla coalizione che supera il 37% dei voti.votazione Previsto il ballottaggio per le due coalizioni (o partiti) che ottengano più voti ma non arrivino né superino la soglia del 37%, inoltre stabiliti i “quozienti” da utilizzare, ossia i criteri – attraverso degli algoritmi – per la ripartizione dei seggi e i criteri per i cosiddetti “resti”. Di certo non sono mancati rimbrotti e polemiche, i deputati di Sel rivolgendosi ai banchi della maggioranza hanno gridato: “Siete dei ladri della democrazia, è una frode elettorale”. La Lega indica questa “riforma” elettorale peggio della sostituenda, Centro Democratico, definisce il metodo dei “quozienti” e dei “resti” un sistema “random” cioè che gestisca e assegni a casaccio i seggi e quindi gestita in modo inappropriato le intenzioni di voto dei cittadini. Fra le bocciature eclatanti, vi è la non accettazione delle primarie obbligatorie, volute dal PD e la bocciatura dell’emendamento a nome La Russa di “FdI” sull’introduzione delle preferenze. In contemporanea Il Senato approva con 239 sì e 6 no e due astenuti il ddl sul ricollocamento dei magistrati che hanno svolto attività politica. Il provvedimento, che pone limiti in entrata e in uscita alla partecipazione dei magistrati all’attività politica, va alla Camera. Le sorprese non sono mancate, infatti la maggioranza che sostiene l’Italicum in teoria poteva infatti su 416 voti (Pd 293, Forza Italia 67, Ncd 29 e Scelta civica 27). Ma l’emendamento che stabilisce le soglie della riforma ha incassato invece 315 sì. All’appello, dunque, mancano101 voti a cui vanno sottratti 34 assenti, tra cui Pier Luigi Bersani ed Enrico Letta, e 16 deputati in missione, cioè assenti giustificati. Il risultato è quello che 51 parlamentari presenti, deputati dei partiti della maggioranza, nel segreto dell’urna hanno votato “no” bocciando il patto Renzi-Berlusconi. Nella conta del voto di oggi i presenti e votanti sono stati 552, nessuno astenuto, quindi Renzi dovrebbe ben riflettere sulle conseguenze del suo agire, che non sembra per nulla essere condiviso dalla totalità dei suoi parlamentari, ed il monito arriva dal “redivivo” Pierluigi Bersani che avverte e prova ad ammonire : “Al Senato dovrà essere cambiato qualcosa, è emerso nel dibattito. Capisco gli accordi e che Berlusconi sia affezionato ad alcuni punti, ma dovrà farsene una ragione pure lui. Se non c’è una spinta sulle regole, alla parità di genere non ci arriveremo mai; devi parlare con tutti, va da sé. Ma questo non significa dare l’ultima parola a Berlusconi. Non c’è nessuno bisogno, nemmeno dal punto di vista numerico. Bisogna metterci misura. Io quando sento che le quote rosa non si fanno, perché Berlusconi non è d’accordo, osservo che non stiamo parlando di una soglia d’accesso o di una tecnicità che riguarda i collegi. Stiamo parlando di qualcosa di fondo.” Certo che però lo stesso Bersani, dovrebbe fare tesoro delle sue esperienze di un anno fa quando tento’ infruttuosamente di creare un governo, poi naufragato in un nulla di fatto.  Per intanto oggi la camera ha approvato in via definitiva l’Italicum ottenendo 365 voti favorevoli e 165 contrari, Renzi tweetta subito dichiarando : “Grazie alle deputate e ai deputati. Hanno dimostrato che possiamo davvero cambiare l’Italia. Politica 1-Disfattismo 0. Questa #lasvoltabuona”. In aula M5S espone subito cartelli e striscioni di protesta con i ritratti dei leader del Pd e di Fi divisi da un cuore ross: “Grande sintonia Renzi-Berlusconi. Condannati all’amore.” Da notare che più volte le varie votazioni durante la “maratona” notturna, hanno rischiato di far scivolare Renzi ed il suo governo dovendo schierare tutti i componenti dello stesso per evitare cadute, diciamo una seduta da “cardiopalma”, ma che ha portato, numeri alla mano, all’approvazione ed il passaggio all’esame del Senato, dove, vedi dichiarazioni precedenti di Pierluigi Bersani, l’iter troverà di certo degli impicci e sicuramente gli “scontenti” del PD cercheranno di mettere mano a modifiche e precisazioni…

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