ANCORA una volta tanti reggini chiedono a “Il Metropolitano” di denunciare lo squallore e il degrado che ormai è al limite della sopportazione, in questa città le cose invece di migliorare peggiorano sempre più. Questa volta i cittadini si sono lamentati per la presenza costante, in più zone della città, delle “Signore della Strada”, le cosiddette lucciole , fenomeno che si “sta diffondendo e ramificando anche in più quartieri”. Insomma, le lucciole sono riuscite ad arrivare anche in pieno centro cittadino e in orari di passeggio da parte di famiglie con bambini a seguito, questa la denuncia di cittadini molto attendibili. “Siamo sbalorditi sulla negligenza delle istituzioni competenti riguardanti tali situazioni – commentiamo noi – E’ inaccettabile che si faccia finta di non vedere e non voler porre rimedio a queste spiacevoli situazioni”, la situazione ormai e arrivata al limite della sopportazione, ho l’amministrazione non vede, o non ha la forza di far finire questo squallore.E’ necessario richiamare i Commissari straordinari, rappresentanti dello Stato inviati qui a Reggio proprio per “ripristinare la legalità” a dare segnali forti e concreti in questa direzione, al fine di intensificare i controlli non solo in centro città ma anche nelle periferie cercando di prevenire e non solo reprimere i numerosi atti delinquenziali che quotidianamente si consumano, minando la tranquillità dei cittadini”. La prostituzione, il mestiere più antico del mondo è uno di quei temi reali che dividono l’opinione pubblica, ora che è anche stato proposto un disegno di legge per normalizzare la professione, con tanto di patentino e partita Iva per pagare le tasse. Finalmente si medita di riconoscere una realtà antica, tuttavia esistono due formazioni ardui da comporre: da un lato quelli favorevoli a legittimare la prostituzione in Italia e dall’altro coloro che sono totalmente contrari. Entrambi portano in dote argomenti legittimi. Il governo Renzi, da uno spunto bipartisan, sta cercando di spingere verso una regolarizzazione delle donne che svolgono il mestiere con un disegno di legge presentato alle Camere. Sulla scorta di quanto già accade in altri Stati, si medita a un patentino per quelle donne che si prostituiscono, dando loro l’ opportunità di farlo in luoghi deputati e, soprattutto, la possibilità pagando le tasse di mettere da parte contributi per la pensione. Immaginare che una legge così passi senza le proteste dei benpensanti è difficile, ma il Ddl (bipartisan firmato dalla senatrice del Pd Maria Spilabotte e sostenuto dalla forzista Alessandra Mussolini) è un segno che qualcosa bisognerà fare. Ecco in sintesi cosa s’intende introdurre: patentino professionale, partita Iva per pagare le tasse, controlli sanitari e possibilità di prostituirsi in appartamento. Dall’alba dei tempi il ‘meretricio’ è stato riconosciuto come attività commerciale lecita e, anzi, per molte donne poteva significare l’uscita dalla povertà. Nell’antica Roma esistevano già i cosiddetti lupanari e ancora dopo l’Unità d’Italia esistevano norme che regolavano il meretricio di stato da praticarsi in appositi bordelli sottoposti al controllo dello Stato e a una regolare tassazione. Il problema è sorto con l’approvazione della Legge Merlin, entrata in vigore nel 1958, che decretava la fine delle case di tolleranza, l’abolizione di della prostituzione in Italia e l’introduzione del reato di sfruttamento della prostituzione. L’idea era di difendere le donne ma l’effetto è stato proprio l’opposto: dalla sicurezza delle case le donne sono finite a praticare in mezzo a una strada, segno della semplicità degli ideatori della legge, mossi solo da rivendicazioni femministe.
Vediamo in sintesi se LEGALIZZARE LA PROSTITUZIONE:
– I PRO :- Sicurezza per le donne: Legittimare la prostituzione significa destinare alcune case alla pratica, evitando così che le ragazze siano lasciate in strada in balia di ‘padroni’ criminali e di clienti spesso poco gentili.
– Igiene e pulizia per le prostitute: togliere le prostitute dalle strade significa anche rendere la compravendita del sesso, una pratica più pulita e igienica. Una stanza invece di un’auto, come insegna l’esperienza olandese.
– Ordine nelle strade: uno dei motivi di dissidio tra prostitute e cittadini è legato alla perdita di decoro della zona (Lungomare, Stazione centrale, ecc.) dove queste esercitano. Legalizzare significa allora migliorare la vita delle famiglie residenti.
– Riconoscimento della professionalità: legalizzare vuol dire riconoscere la prostituzione come mestiere pari agli altri, una professione regolata da precise norme e meccanismi come il versamento dei contributi per una pensione e quindi per lo Stato regolamentare la prostituzione significa anche garantirsi un gettito extra (notevole) che oggi finisce nelle mani della malavita. Le prostitute non avrebbero solo diritti ma anche doveri, come il pagamento delle tasse.
– Controllo più facile: istituire delle case di tolleranza renderebbe anche più semplice il lavoro delle forze dell’ordine, consentendo un maggiore controllo affinché non vengano sfruttate donne che non vogliono prostituirsi o peggio ancora le minorenni.
– I CONTRO – Questione morale: il primo pretesto di chi è contro la legalizzazione è di natura morale. Dire sì alla prostituzione significa accettare la vendita del proprio corpo come pratica legale. Le credenze (soprattutto religiose) considerano sempre peccato il sesso comprato. Potrebbe sembrare eredità arcaica, ma in Italia molti la pensano così.
– Dove mettere le case chiuse: secondo problema. Chi vorrebbe mai una casa di tolleranza nel proprio quartiere, con tutto ciò che questo comporta? Sembra un dubbio puramente teorico, ma ….
– Necessario contrastare la malavita: legalizzare significa scontrarsi con le organizzazioni criminali, su questo non ci sono dubbi i quali avrebbero tutto l’ interesse nel gestire le case di tolleranza. Una sorta di boomerang che solo l’attento controllo dello Stato potrebbe evitare. Ma ne sarebbe in grado?
– Rendere appetibile la prostituzione: legalizzare è rendere la prostituzione un mestiere a tutti gli effetti, secondo molti, potrebbe avere un incoraggiamento sulle ragazze, spinte a vendere il proprio corpo per ottenere facili guadagni. C’è chi si spinge a pensare una generazione di prostitute, specialmente tra le fasce più deboli della società. Le ragazze che vogliono guadagnare vendendo il proprio corpo, esistono già ed esisteranno sempre, come dimostrano gli ultimi scandali “escort”.
Intanto per Reggio Calabria una soluzione per contrastare il fenomeno della prostituzione potrebbe essere quella di . “Un maggiore passaggio delle forze dell’ordine. Basta prostituzione sulle nostre strade, anche questa è la legalità tanta sbandierata negli ultimi mesi.