Diverse le prese di posizione: “Investire sulla scuola è il modo per uscire dalla crisi”. “Andrò dalla Cancelliera Angela Merkel con il jobs act pronto”. Ma non sono mancate le proteste da parte di manifestanti di Forza Nuova, Lega e Movimento dei Forconi.
“The day after”.
Matteo Renzi ha incassato la fiducia alle Camere. 169 i voti favorevoli al Senato, 139 i voti contrari. Alla Camera, 378 sì, 220 no e un astenuto. Praticamente quasi gli stessi voti – 379 – raccolti dal Governo Letta alla prima fiducia senza il contributo di Forza Italia. La prima uscita ufficiale del neo presidente del consiglio si è svolta a Treviso. Ma non è stato tutto rose e fiori. Matteo Renzi è stato accolto tra applausi e proteste. In mattinata si è recato a visitare la scuola media Coletti di Santa Bona, frequentata da ragazzi di ben 40 etnie diverse che, al suo arrivo, hanno intonato l’Inno d’Italia. Come era prevedibile, dato anche il contesto, il primo tema trattato è stato quello del rilancio della scuola, strettamente connesso a quello dell’educazione civica, dato che – come ha sottolineato lo stesso premier – “Investire sulla scuola è il modo per uscire dalla crisi”. Diverse sono state anche le richieste avanzate direttamente dagli studenti: da un ampliamento della dotazione di strumenti elettronici e telematici sino ad un rilancio di materie importanti come la storia dell’arte. A conclusione dell’incontro ha esortato gli insegnanti a comunicare direttamente a lui eventuali richieste, problemi e segnalazioni, annunciando nei prossimi giorni l’apertura di un’apposita casella di posta elettronica (matteo@governo.it). Non sono mancate però le prime contestazioni. Infatti il premier è stato oggetto di aspre critiche sia da parte di militanti di Forza Nuova sia da parte di un gruppo di imprenditori e di cittadini che protestavano contro il governo delle banche.
La visita di Renzi è proseguita al museo di Santa Caterina, dove ha incontrato alcuni sindaci, il presidente della provincia Leonardo Muraro e quello della Regione Veneto, Luca Zaia. “Andrò dalla Cancelliera Angela Merkel con il jobs act pronto”, avrebbe annunciato, secondo quanto rivelato dai suoi interlocutori al termine dell’incontro. Ma, anche qui a dare il benvenuto al premier, non c’erano solo i trevigiani desiderosi di complimentarsi con lui ma anche alcuni manifestanti della lega e del Movimento dei Forconi, tenuti a debita distanza dalle forze dell’ordine, che hanno aspramente protestato per il mancato rispetto della democrazia e per la violazione del “diritto alle elezioni”. Le contestazioni hanno accompagnato il Segretario del Pd anche durante il tragitto verso la sede del Comune di Treviso e non sono mancati attimi di tensione quando è stato oggetto di un lancio di arance da parte di un gruppo piuttosto movimentato di manifestanti. Non è mancata neppure una dura presa di posizione dell’ex sindaco leghista di Treviso, Giancarlo Gentilini, il quale avrebbe dichiarato che “Renzi, essendo l’espressione di Napolitano, non rappresenta il popolo italiano, non lo seguirò mai”.