Progetto Nostra: i lavori della prima giornata

Progetto NOSTRAConfrontarsi con sedici province d’Europa. Una occasione da cogliere al volo, quando poi si affronta il tema dello Stretto di Reggio e di Messina, sicuramente da non perdere sul piano strategico, intravedendo seriamente la possibilità di utilizzare la propria posizione geografica per proporsi come ponte tra l’Europa ed il Mediterraneo. Così l’Ente Provincia di Reggio Calabria, quale partner del progetto “Nostra”, (acronimo di Network Of Straits), ha ospitato oggi (ieri per chi legge n.d.r.) un interessante workshop sul tema: “Collegamento tra la costa e l’entroterra”. L’obiettivo generale del progetto di cui sopra è mostrare come strumenti di governance integrati (bi-nazionali) possano contribuire a migliorare le politiche pubbliche di gestione degli stretti, al fine di garantire uno sviluppo sostenibile nel rispetto della biodiversità e del patrimonio naturalistico. Un progetto che mira, quindi, a dare un contributo di miglioramento delle politiche europee di governance degli stretti ed a rafforzare l’ESI (European Straraits Iniziative). Il forum, aperto dal discorso di apertura del presidente della provincia, Giuseppe Raffa, è stato articolato in quattro sessioni, la prima della quale è stata focalizzata sulle “caratteristiche generali dello stretto di Messina”. Interessanti, a tal proposito, le relazioni dei dirigente dell’Ente Provincia, Amelia Laura Crucitti e Domenica Catalfamo, che hanno evidenziato sia la peculiarità socio – economica, che quelle geomorfologiche, con riferimento ai collegamenti tra costa ed entroterra. La Crucitti ha inteso mettere a confronto la situazione economica e sociale dei due territori provinciali, auspicando un potenziamento sia del sistema produttivo culturale, che di quello sociale. “Un nuovo rapporto di solidarietà tra i due territori – ha evidenziato – un miglioramento dei servizi, una serie di garanzie altamente sociali a favore delle due città, tutto ciò significherebbe un consolidamento di una identità sociale tra i cittadini”. L’ing. Catalfamo, nel suo intervento, ha sottolineato come nella provincia di Reggio Calabria i protagonisti sono l’Aspromonte ed il mare, anzi i mari, Tirreno e Ionio, che per tre parti, lungo oltre duecento chilometri di costa, lambiscono la Provincia. Accennando, poi, alle grandi catastrofi (i terremoti del 1783 e del 1908 e le alluvioni degli anni ’50) la dirigente dell’Ente Provincia ha sottolineato come le stesse ”hanno inciso sulla storia dei luoghi, sulle dinamiche sociali ed economiche, sulle organizzazioni insediative, determinando spesso l’azzeramento del patrimonio storico dei luoghi”. Sul “sistema dei trasporti nello stretto”, argomento della seconda sessione dei lavori, hanno intrattenuto i rappresentanti dei parteners europei aderenti al progetto, il dr. Antonino De Simone, presidente Autorità Portuale di Messina, il prof. Antonino Vitetta, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, che ha centrato il suo intervento sulle infrastrutture; l’ing. Domenico Bagalà, che ha sottolineato come, grazie a M.C.T. , l’hub di transhipment, il porto di Gioia Tauro gode di una infrastruttura di eccellenza mondiale, che, senza dubbio contribuisce a facilitare le scelte di qualsiasi operatore globale, offrendo un servizio di qualità. Sull’Aeroporto dello Stretto ha incentrato il suo dire il presidente della società di gestione, la Sogas, il presidente Carlo Porcino, che ha sottolineato, tra l’altro, che, “per l’aeroporto è fondamentale che una qualsiasi riorganizzazione, anche per una maggiore funzionalizzazione dell’attuale offerta esistente, tenga conto di tre aspetti fondamentali, ovvero standardizzazione degli orari e garanzia di continuità del servizio, economicità e confort in favore dell’utenza ed assoluto sincronismo e coincidenza con la frequenza dei voli. Auspichiamo – ha concluso Porcino – che entrambe le istituzionali regionali, Calabria e Sicilia, sappiano cogliere la palla al balzo per compiere un deciso passo in avanti tra due sponde di uno Stretto, quello di Messina, che non divide, ma unisce”. Da parte sua il dr. Carmelo Rogolino ha incentrato il suo intervento sul trasporto ferroviario. “La biodiversità della zona dello stretto”, argomento generale della terza sessione del forum, risulta straordinariamente elevata. Ciò anche grazie alla particolare posizione di confine fra i due bacini occidentale e orientale del Mediterraneo, eccezionale punto di osservazione per i flussi migratori delle specie che percorrono i bacini stessi. Esaurienti, a tal proposito, le relazioni del prof. Giovanni Spampinato, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e del dr. Emilio Sperone dell’Università della Calabria, sulle caratteristiche dell’ecosistema e unicità. A concludere l’interessante workshop, moderato dal consigliere provinciale Demetrio Cara, gli interventi della prof.ssa Francesca Moraci, dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria e del prof. Josè Gambino, che si sono proiettati sui scenari futuri, ovvero “Lo stretto di Messina, doorway Mediterraneo”. I lavori andranno avanti nelle giornate di domani mercoledì e dopo domani giovedì, ma riservati esclusivamente ai responsabili del progetto, che avranno, tra l’altro, l’opportunità di scambiarsi le varie esperienze, frutto di visite di studio, seminari, workshop e conferenze, finalizzati tutti al raggiungimento di quello che poi sono gli obiettivi del progetto “NOSTRA”, che, iniziato nel 2012, terminerà nel dicembre c.a.

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