L’Ennesimo fallimento del PD Calabrese

E’ veramente fantastico il PD calabrese. Riesce sempre a sorprendere e a regalare a tutti i suoi iscritti, i simpatizzanti, ai semplici cittadini e agli osservatori esterni, “vagonate” di emozioni.

Anche ieri, giorno in cui l’assemblea regionale del PD, chiamata a eleggere il nuovo segretario del partito dopo quasi 4 anni di commissariamento qualcosa di “unico” è avvenuto.

Una spaccatura evidente, evidentissima, per altri ancora. Alla fine della “sceneggiata” su 300 delegati, solo 156 hanno votato il nuovo segretario, Ernesto Magorno, renziano, rottamatore.

Appoggiato dal nuovo che avanza in casa democrat: Agazio Loiero, Franco Laratta e Demetrio Naccari Carlizzi su tutti. Giovani, giovanissimi, politici che mai hanno avuto ruoli istituzionali in questi anni (sic!).

Perde, Massimo Canale che in Calabria ha guidato la corrente cuperliana. Durante la giornata di ieri, Canale, che perde anche questa gara elettorale dopo quella delle amministrative 2011 contro Arena, ha convocato una conferenza stampa nella stanza accanto al salone in cui è in corso l’assemblea regionale del Pd: i suoi stessi compagni di partito, infatti, hanno negato a Canale la parola.

Uno spettacolo questo pd. Un trionfo di personaggi e personaggini, di uomini misteriosi che da tempo muovono le fila, certamente un plurivariegato mondo innovativo dove in molti sgomitano per avere spazi e poltrone. Il nuovo segretario Magorno ha iniziato con il botto: ha chiesto a tutti i consiglieri regionali di dimettersi, già oggi, perché “La Giunta Scopelliti deve andare a casa”.

E già ieri sera, a quanto si apprende da fonti democratiche, c’era qualche consigliere regionale che voleva “fuggire” in altri lidi, perché, nei fatti, il gesto chiesto da Magorno potrà essere anche simbolico ma non porterà a nulla se non ad una ennesima figuraccia. Magorno è segretario regionale con mezzo partito che gli si oppone: il suo non è un inizio in salita, è drammatico.

Esistono di fatto due PD calabresi (o forse qualcuno in più visto le votazioni di ieri e viste le continue quanto ormai scontate battaglie interne) quello di Magorno e quello di Massimo Canale. Nelle dichiarazioni dei due esponenti vi è l’intento “di lavorare per l’unità del partito”: nella realtà la divisione non è solo sancita e palesata, probabilmente è anche irrimediabile.

Ma l’analisi dovrebbe spostarsi immediatamente su altro livello. Nel concreto il pd calabrese, cioè tutti quei soggetti che ieri a Feroleto Antico hanno messo in scena questa ennesima commedia, vuole candidarsi ad essere classe dirigente della Regione.

Ma senza una visione unica, senza una programmazione condivisa, senza una leadership forte, senza un ragionamento differente ma univoco, dove vuole andare questo PD? Vuole essere l’alternativa a chi e a che cosa? Forse è meglio che, almeno per il momento, il pd calabrese trovi l’alternativa a se stesso. Sarebbe più idoneo.

Ipse Dixit

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