Secondo il Sole24Ore entro 90 giorni si potrà proporre un nuovo piano di riequilibrio
La notizia viene rilanciata dall’edizione odierna de “Il Sole 24 Ore”, maggiore quotidiano economico e finanziario nazionale, e guida esperta per i conti degli enti locali italiani. Un quotidiano non politico e che invece cerca di descrivere almeno strumenti e scenari per gli enti pubblici dello Stivale. Lo stimatissimo Gianni Trovati, nell’articolo odierno, regala una nuova opportunità ad alcuni comuni (come Reggio Calabria e Napoli) il cui piano di riequilibrio necessario a evitare il dissesto è stato bocciato dalla Corte dei conti. “Entro 90 giorni – scrive il Sole 24 Ore – secondo la novità inserita nel Titolo II del «decreto casa», potranno proporre un nuovo piano di riequilibrio, purché l’ultimo consuntivo approvato (quello del 2012) registri un «miglioramento» (in termini di maggiore avanzo o minore disavanzo di amministrazione. La nuova regola, in pratica, prospetta un secondo «salva-enti», “determinato dal fatto che il primo, scritto dal Governo Monti nell’autunno 2012 (Dl 174/2012) non ha funzionato a dovere: le due città più grandi (Catania esclusa) interessate dal primo provvedimento sono state stoppate dal «no» della magistratura contabile, e hanno peraltro già assorbito oltre 700 milioni di euro (tra fondo rotativo e anticipazioni «sblocca–debiti») che non sarebbero certo in grado di restituire con la dichiarazione di default. I due piani, però, hanno bisogno di una riscrittura profonda prima di poter tornare al vaglio della Corte dei conti”. Una decreto più ampio che va a riguardare anche comuni non in difficoltà economica ma che hanno subito alcune contestazioni della Corte dei Conti. “Il mosaico del «salva-enti» si potrebbe completare già da domani con l’emendamento al «salva-Roma bis» – scrive ancora Trovati sul Il Sole 24 Ore – (Dl 151/2013) che eviterebbe di far scattare a Venezia il blocco delle assunzioni determinato dallo sforamento del Patto di stabilità 2013”. Per Reggio Calabria, dunque, una nuova chance che testimonia, principalmente una sola cosa: la volontà del legislatore nazionale di aiutare gli enti locali in difficoltà elaborando strumenti adatti ad evitare quel dissesto che, in realtà, provocherebbe gravosi ripercussioni alla situazione economica e finanziaria della comunità di appartenenza. Reggio rientra ancora una volta all’interno di un panorama nazionale e si manifesta non come un caso isolato ma bensì parte di un sistema in crisi che ha bisogno di adeguate misure volte al sostegno degli Enti locali e alla salvaguardia dei servizi pubblici essenziali.