Movimento 5 Stelle: l’inettitudine in Parlamento

Il M5S ha avuto l’opportunità storica di rappresentare uno spaccato della collettività nazionale e le sue richieste, portandole dentro il vivo della democrazia ma, persa la loro unica occasione, quel che sembra restare è la disperazione.

parlamentoIl M5S ha avuto l’occasione storica di rappresentare uno spaccato della società civile e le sue sollecitazioni, portandole dentro il vivo della democrazia ma ha perso la sua grande occasione e quel che sembra restare è la “disperazione”. Hanno avuto la loro grande occasione ma, alla fine, ci sembra di poter dire che abbandoneranno per manifesta inferiorità. A questo punto il M5S naviga a vista, scopiazzando l’estetica del passato partito radicale senza possedere però né lo spessore, né la consistenza, né la coscienza storica né, soprattutto, la leadership di uno come Pannella. Lo fa rivestendosi di ridicolo e, quel che è più grave, rivestendo di ridicolo le istituzioni che pure essi stessi, in quanto eletti, rappresentano. Non è, come tanto è stato detto in questi giorni, un ricorso sfascista. Verosimilmente come il fascismo, per dirla come Gramsci, il M5S «si è proposto come l’anti-partito, ha spalancato le porte a tutti i candidati, ha dato modo ad una marea incomposta di coprire con una tintura di idealità politiche confuse e nebbiose lo straripare selvaggio delle passioni e degli odi divenendo così un fatto di costume che si è materializzato con la psicologia asociale di alcuni strati del popolo italiano.» ma inversamente a questo, il M5S è sprovvisto di qualsiasi strategia e di qualsivoglia scopo che non sia quello dell’appagamento della mitomania di chi li ha prodotti e li dirige. Così, i deputati del M5S più che rappresentanti della popolazione appaiono totalmente eterodiretti, inchinati al “maestro”  che ha dato loro la vita, a lui gregari e fedeli come gli adepti di una setta religiosa e, come questi, sembrano non avere più alcuna capacità di buonsenso, o qualsiasi raziocinio. Non si tratta più di deputati dell’opposizione che osteggiano con toni aspri e critici verso la maggioranza di governo, ma piuttosto appaiono come un gruppo di interesse che non riesce ad esprimere alcun concetto se non quello imboccato loro dal maestro al solo scopo di massimare una moltitudine accondiscendente a soddisfare il proprio ego e i propri conti in banca. La mia, ovviamente, è soltanto un’opinione personale ma non è difficile immaginare quali interessi si possano nascondere dietro il blog più famoso d’Italia. Per dirla in una frase, il M5S sembra ormai rivelarsi per ciò che è: un imponente bluff. Una probabile ragione sociale, trasformato in un inganno commesso ai danni di quegli elettori militanti e di quegli eletti che pure, ne sono certo, hanno aderito in buona fede all’idea di un movimento che voleva modificare le cose, allietati dai segnali di quelle sirene che si facevano forti del silenzio assordante del resto della politica e di prepotente governo. Poi capita che le cose stiano cambiando, o almeno si muovono, e quel silenzio si fa via via meno assordante. Accade che si sceglie alle primarie un nuovo leader, accade che per ragion di stato la politica comincia a dialogare assumendosi le proprie responsabilità di fronte al paese e accade che le riforme divengono prioritarie nell’agenda parlamentare e di governo. Accade quello che non era mai accaduto prima, e accade quindi che la ragione sociale di quel movimento generato e partorito anni fa sui marosi della protesta, delle lamentele resta ormai senza più un fine. E come ogni cosa che va dileguandosi si avvilisce e, disperando, compie quei gesti mattoidi che ne evidenziano tutta la fragilità e l’impalpabilità di cui è fatto. Il M5S poteva e doveva scegliere di fare tante cose, ma non l’ha fatto. E quando ci ripresenteremo al voto, sarà svelato il bluff e l’inganno del suo miserando demagogo di Grillo.

(PepGiann)

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