In periodi di crisi, dopo anni in cui l’italiano é stato chiamato più volte a fare sacrifici per la madre patria, con un aumento vertiginoso di imposte e tasse, ci si aspetta che arrivi il periodo dell’aumento della spesa Pubblica, della riduzione del costo del lavoro e di scelte politiche mirate così da essere lo Stato a fungere da volano per l’economia ma, in luogo di tutto ciò, il Ministro dell’economia, piuttosto che cimentarsi in difficile alchimie, preferisce più concentrarsi sugli strumenti di “caccia all’evasore” tra i quali il famigerato REDDITOMETRO che sembra essere la bocca di fuoco più potente in mano all’erario.
Il redditometro è pronto a partire quindi, “a breve emaneremo la direttiva”, si afferma a gran voce nel ministero delle economie per bocca del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, spiegando che “non partiremo con un numero esagerato di controlli, li limiteremo ai casi più eclatanti, faremo una preselezione, anche con i più piccoli”. “Intendiamo partire con il piede giusto”, prosegue Befera, sottolineando che l’obiettivo è quello di ridurre il più possibile il contenzioso. “Se ci sono ipotesi di errore, abbiamo detto ai nostri operatori di bloccare subito tutto”.Insomma dichiarazioni chiare nella loro incerta formulazione, sembrano infatti più affermazioni rivolte a chi sa che, più che il vero evasore, tali strumenti di elevata e morbosa complicanza, ricercheranno il “meno scaltro” degli evasori, colui che magari non é un vero evasore in senso stretto ma solo, purtroppo per lui, uno che non riesce a far fronte ai numerosi e pesanti gravami richiesti dallo Stato impositore. Befera parla poi anche dell’evasione internazionale, che va contrastata perchè è “un limite alla democrazia”. Il tema “è in profonda modifica. Finalmente dopo anni i paesi del mondo si sono resi conto che l’evasione va combattuta seriamente perché ha effetti anche da un punto di vista politico, è un limite alla democrazia.
Questa sovranazionalità dei capitali limita la capacità fiscale e decisionale dei paesi”. In merito alla c.d. “voluntary disclosure” recentemente approvata dal Governo per il rientro dei capitali dall’estero, Befera si mostra invece ottimista, perché ci sono “segnali abbastanza interessanti di voglia di rientrare”. Insomma si continua a sollevare il dubbio che per i grandi evasori, come fece già il governo Berlusconi, porte aperte e tappeti rossi (pur di far rientrare capitali detenuti all’estero), per i piccoli e modesti evasori, quelli nostrani, quelli per cui occorrerebbe coniare un altro termine del tipo “poveri pseudo-evasori”, maglie strette e mini-stangate per tutti. Anche perché un grosso smacco al fisco italiano lo sta dando la Fiat che, abbandonando il paese d’origine col solo fine di aumentare la redditività a discapito della fiscalità, scegliendo come sede i “paradisi fiscali” che la nostra Europa ha creato, farà mancare parecchi milioni alle casse erariali, e non vuoi che sia sempre il piccolo italiano “normale” a dover sopperire a cotal mancanza? Mi sembra il minimo dato che politiche economiche in Italia e politiche economiche (serie) in Europa non se ne fanno da un pezzo. In fondo in Italia stiamo vivendo una fiaba in chiave moderna di “Robin Hood”.
Solo che nella nostra versione, l’eroe che dovrebbe salvarci dal tiranno che ci affoga di tasse, il Robin Hood della situazione, anche lui é diventato una tassa (la “Robin tax”, appunto)…nata con lo stesso principio del prode arciere britannico di “togliere ai ricchi per dare ai poveri” ma che, purtroppo, si é scoperto recentemente attraverso una analisi dell'<<Autorità per l’energia elettrica e il gas>> (ente ministeriale) che 144 società energetiche potrebbero avere traslato in bolletta, violando la legge, la Robin tax appunto (introdotta nel 2008 per restituire ai cittadini parte degli extraprofitti incassati dalle società del settore), calcolando che potrebbero così essere stati riversati sugli ignari clienti fino a 508 milioni di tassa non dovuta…
Fabrizio Condemi