28\01\2014 – Scalpita il Pd reggino, non vede l’ora di azzannare la preda, alias, gettarsi nella campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale di Reggio Calabria dopo lo scioglimento deciso dalla Cancellieri e dal governo Monti. Scalpita il Pd reggino, ma la calma al suo interno è solo apparente. Le anime sono turbate, in subbuglio, le correnti fanno entrare aria fredda, a tratti gelida in un partito che, si sa, mai è riuscito ad assemblare unità a far trasparire compattezza, a coinvolgere la gente. E il Pd reggino non si smentisce nemmeno questa volta. La candidatura alla Segreteria regionale di Massimo Canale può essere vista sotto due punti di vista. Il primo, Canale automaticamente con questa corsa alla segreteria del partito si auto estromette dalle future primarie per la scelta del candidato sindaco. Secondo aspetto, la sua discesa in campo attuale potrebbe anche celare accordi sul possibile nome scelto dai democrat, almeno per quel che riguarda le correnti principali, i decisionisti, coloro che hanno peso nel partito: a Roma oltre che a Reggio. Comunque vada la gara per la segreteria regionale Canale ne uscirà ancora più forte ed il suo peso nel partito sarà maggiore, quasi schiacciante nei confronti degli altri possibili competitors cittadini. Competitori che hanno tanti nomi e tanti volti, perché il Pd reggino è una pentola a pressione, dove vari uomini e varie correnti già sono in corsa, ognuna per la sua parte: si fanno riunioni, si “chiudono le liste” ci si accaparra gente per provare far valere la legge del più forte. Il primo a non voler sentire ragioni è Giuseppe Falcomatà, che va forte grazie al suo cognome. Il figlio di Italo è “sparatissimo”, vuole correre per lo scranno più alto di palazzo San Giorgio, lo ha già detto e ribadito. Vuole le primarie e le vuole aperte perché sa che, dentro al suo partito non avrebbe chance ma sfruttando il vantaggio ereditario vuole che a votare siano tutti i cittadini. Al contrario Mimmo Battaglia, anche lui figlio di un ex sindaco, vuole le primarie ma le vuole ristrette, o meglio non allargate a tutti: Battaglia spera di farla franca e di battere lo stesso Falcomatà in una gara che più che al futuro sembra un riedizione nostalgica(?) del passato. E poi c’è una donna, Consuelo Nava, già candidata al Parlamento, già in prima linea nel suo partito, pronta ad essere sostenuta da una cospicua base di partito, specie quella che parla al femminile. Nava, Falcomatà, Battaglia, forse Canale, ma non finisce qui. Non si tirerà indietro Andrea Cuzzocrea, presidente di Confindustria Reggio, da un anno praticamente in campagna elettorale. Cuzzocrea, da sempre vicini ad ambienti del centrodestra ha optato per altre strategie e altri programmi, convinto di poter aggregare anche parte della società civile in questa sua rincorsa alla sindacatura. Probabile che Cuzzocrea possa essere della partita a prescindere, nel senso che se non dovesse essere scelto dal Pd potrebbe decidere di agire in autonomia, preparare tre liste e candidarsi ugualmente con un polo civico. Così, tanto per essere della partita ugualmente. E nel Pd reggino aumenterebbe una caotica rincorsa frutto dell’divisione interna e vittima di un’attuale calma apparente.
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