Nel corso dell’evento, organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Reggio Calabria e da ADR Company, si è discusso di un cambiamento che si preannuncia epocale per la giustizia italiana con l’obbligatorietà del PCT dal prossimo 30 giugno
Si è svolto nell’auditorium “Nicola Calipari” del Consiglio regionale della Calabria, il convegno “La giustizia veste digitale”, organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Reggio Calabria e dall’ADR Company, società specializzata nella risoluzione alternativa delle controversie.
L’evento è stato realizzato in vista della scadenza del prossimo 30 giugno, data dalla quale nei procedimenti civili, contenziosi o di volontaria giurisdizione innanzi al tribunale, il deposito degli atti processuali e dei documenti da parte dei difensori delle parti precedentemente costituite, avrà luogo esclusivamente con modalità telematiche.
Ai lavori, moderati dall’avvocato Bruno Fiammella, hanno partecipato numerosi relatori in rappresentanza delle varie parti coinvolte in quella che si preannuncia come una vera e propria svolta innovativa nella giustizia civile italiana.
Hanno aperto il convegno gli avvocati Andrea Lisi, presidente dell’ANORC (Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili della Conservazione Digitale), Michele Gorga, consulente giuridico presso l’Agenzia per la diffusione delle tecnologie dell’innovazione, e Francesca Panuccio, docente di Diritto privato comparato e di Diritto dell’informatica.
Nel corso degli interventi, oltre ad affrontare la normativa vigente in materia, sono emerse le attuali difficoltà da parte dell’avvocatura, nel suo insieme, nel partecipare attivamente alla complessa procedura che a breve porterà ad una completa digitalizzazione del processo civile. E’ stata manifestata, inoltre, l’esigenza di dare nuovo impulso alla categoria dei giuristi per non farsi trovare impreparati di fronte a questa svolta epocale. Un passaggio che, secondo pareri unanimi dei relatori intervenuti, porterà degli indubbi risparmi di tempo e di costi per lo Stato, i professionisti e i contribuenti.
Successivamente, i lavori dell’assemblea hanno affrontato problematiche di carattere più tecnico con l’intervento di Daniela Intravaia, direttrice generale del settore Sistemi informativi automatizzati del ministero della Giustizia, Giulio Borsari, ingegnere informatico del ministero della Giustizia, Filippo Caracciolo, direttore dell’ufficio di Coordinamento dei Sistemi informativi automatizzati per la Calabria, Massimo Terzi, presidente del tribunale di Verbania e Sandro Di Minco, professore di Diritto dell’UE e protezione dei dati personali dell’università degli Studi di Camerino.
Con le loro relazioni è stata offerta un’ampia panoramica sugli strumenti informatici e sui servizi digitali che caratterizzano l’applicazione della tecnologia al sistema giustizia: dalla dematerializzazione del documento cartaceo, ovvero dalla sua trasformazione in documento informatico, fino ai processi di trasmissione e deposito degli atti.
E’ stato illustrato inoltre lo stato dell’arte del PCT in Calabria dove ancora insistono numerose problematiche di tipo strutturale, dovute essenzialmente all’obsolescenza di molti uffici giudiziari. Un focus è stato aperto sui servizi attualmente in essere e sulle esperienze maturate in altre realtà giudiziarie come il Tribunale di Verbania. Quest’ultimo, considerato autentico fiore all’occhiello del processo di digitalizzazione della giustizia italiana (completato nei propri uffici ormai da qualche mese), ha registrato in poco tempo ricadute estremamente positive nell’erogazione dei servizi ai cittadini, ai professionisti e agli operatori del settore.