“Ognuno ha il suo carattere e, come gli italiani hanno capito, noi siamo molto diversi. Lui ha una grande forza nell’interpretare il suo ruolo ed io penso possa essere indirizzata in positivo, il Paese non ha bisogno di diatribe; Io parlo agisco e faccio ciò che è necessario fare quando si è nel mio ruolo.” Queste le riflessioni del Premier Enrico Letta a riguardo del neosegretario PD Matteo Renzi. E continuando cercando di chiarire le sue posizioni e le differenze con il segretario PD afferma : “Sono troppo determinato a mantenere il ruolo di chi cerca una soluzione alle cose concrete, non possiamo permetterci il lusso di dividerci. Ho sentito l’intervista di Renzi che va nella stessa direzione. Ognuno fa la sua parte. Questo governo ha una squadra che difendo, che ha lavorato in condizioni difficilissime e ha ottenuto risultati. Anche Saccomanni, il più attaccato da destra, ha fatto molto. Servono più risultati? Sì, ma la strada è quella giusta e l’inversione di tendenza è fondamentale.” Poi va a toccare un tasto molto dolente da tempo la legge elettorale, che sembrava pronta e fatta ma che si stà rivelando un’arma a doppio taglio : “Deve essere fatta il prima possibile, abbiamo perso fin troppo tempo, deve essere fatta rapidamente, bene, e questa accelerazione è utile: deve essere fatta prima delle europee.” Auspicio che di giorno in giorno sembra sempre più lontano, infatti se finora Renzi era rimasto calmo e cauto arrivando a dichiarare che l’esecutivo sarebbe arrivato al 2015 senza alcuna sorta di problema, Il cambio di rotta del segretario democratico è diventato evidente dopo lo scoppio della faida interna con la minoranza bersanian-cuperliana del partito, che si è consumata sull’accordo per la legge elettorale siglato assieme a Silvio Berlusconi e le conseguenti dimissioni di Cuperlo da presidente PD in polemica alle liste bloccate che la parte non renziana del PD vuole eliminare non negando che non risparmieranno emendamenti in Commissione affari costituzionali alla Camera e in Aula poi. Le reazioni di Renzi non si fanno attendere e dichiara : “Qualche franco tiratore ci sarà senz’altro, ma se i franchi tiratori faranno fallire la legge, senza nemmeno metterci la faccia, la legislatura sarebbe in salita. Non affosseranno la legge elettorale ma la legislatura.” Dichiarazioni che assomigliano a minacce non tanto velate, anzi si potrebbe dire una vera e propria “sfida” agli oppositori interni al suo partito. Sulle preferenze insistono non solo i democratici più a sinistra, ma anche gli altri partitini della maggioranza e dell’opposizione, da Ncd che per ora ha sottoscritto il testo, a Scelta Civica – che chiede una soglia di voti più alta per ottenere il premio di maggioranza – poi ci sono i Popolari per l’Italia e Fratelli d’Italia. Nello stessa direzione Sel, che vuole una soglia di sbarramento più bassa di quella fissata all’8 per cento per correre da soli, così come la Lega. Per non parlare di Beppe Grillo, che ha lanciato ieri un referendum on-line concluso con la vittoria della scelta dei 5 stelle per un sistema proporzionale. Diciamo che se fino al poche ore orsono sembrasse che le previsioni nonché dichiarazioni di Renzi, fossero già state attuate e che tutto era ormai in dirittura d’arrivo, ora tutte le anime e le differenze dei vari partiti e partitini stanno saltando allo scoperto cercando di dettare una propria legge o di influenzare in qualche maniera la stesura di questa legge elettorale che, sembra essere legata con doppio laccio all’esistenza dell’esecutivo, esecutivo che vorrebbe veder ribadito l’impegno della promessa di un governo durevole per il 2014 Ma dalla segreteria di Renzi hanno informato che finché non c’è certezza sulla legge elettorale il segretario del Pd, partito del premier, non chiuderà l’accordo sull’Impegno 2014. Mentre da Palazzo Chigi fanno sapere che il lavoro continua, indipendentemente dall’iter parlamentare dell’Italicum.