La bocciatura del referendum su abolizione Tribunali, dovrebbe dare più impulso a ricorrere ai sistemi extragiudiziali per la risoluzione delle controversie. Fra questi sistemi il più avvantaggiato è quello della mediazione civile e commerciale “obbligatoria”. L’adozione di sistemi extragiudiziali contribuiscono anche se in minima parte a rendere l’Italia più competitiva, ragion per cui non si è capito il perchè dell’interessamento di alcuni politici regionali che si sono adoperati così tanto affinchè il settore giustizia dovesse restare fuori dalla stabilizzazione finanziaria e dallo sviluppo. Perchè solo 9 Regioni, tra l’altro “molto chiacchierate”, hanno chiesto il referendum sulla nuova geografia giudiziaria, mentre i restanti 11 Consigli Regionali (che rappresentano più di un terzo della popolazione) come la Lombardia, il Lazio, la Sicilia, la Sardegna, l’Emilia Romagna, la Toscana, il Veneto, l’Umbria, la Valle D’aosta, il Molise, il Trentino Alto Adige, hanno preferito restarne fuori? Con la loro mancata partecipazione referendaria hanno già dato una risposta adeguata e semplice: invogliare forse i cittadini ad accedere alla giustizia extragiudiziale che non costa nulla ed abbrevia il percorso di risoluzione della controversia (max 3 mesi). E’ necessaria una divulgazione culturale su tutte le forme alternative alla risoluzione dei conflitti – afferma Pecoraro, presidente dell’organismo internazionale di conciliazione e arbitrato – se si vuole rispondere in modo concreto alle reali esigenze dei cittadini che attraverso questi nuovi istituti ben possono fare a meno di Tribunali, procure e uffici dei giudici di pace, questi avranno più tempo per dedicarsi alle cause in corso, per smaltire gli arretrati, essere destinati a giudicare fatti penali e/o ad incarichi più prestigiosi. Per ora sono già tanti i giovani che attraverso i tribunali extragiudiziari stanno intraprendendo un nuovo percorso professionale remunerativo e che potrebbe per il futuro rivelarsi pieno di soddisfazioni. Che piaccia o no, questa bocciatura da parte della Consulta ha posto fine al mantenimento di posizioni specifiche privilegiate “di quartiere” a discapito dei cittadini e dei giovani.
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