Circola sui social e in “rete” la notizia che è stato approvato il pieno di riequilibrio finanziario pluriennale per la provincia di Ascoli Piceno alla cui elaborazione ha provveduto il dott. Enzo Cuzzola, esperto in finanza pubblica e degli enti locali. In quest’ottica, così come hanno già fatto altre testate cittadine e non , abbiamo richiesto al noto professionista reggino un ‘intervista tendente, data la sua esperienza nel settore a capire il perché il piano di rientro del nostro Comune, redatto dalla triade commissariale, sia stato bocciato dalla corte dei conti calabrese. Non conoscendone ad oggi ancora le motivazioni di tale provvedimento.
Secondo Lei Dott. Cuzzola le motivazioni risiederebbero nella non corretta elaborazione del piano di rientro?
E.C. – Ho avuto modo di visionare il piano redatto dai commissari e debbo ammettere che mi sembra un piano redatto sia in conformità ai dettami giuridici, peraltro ampiamente illustrati da corte dei conti negli schemi guida, sia rispondente a criteri economico finanziari di pianificazione pluriennale.
Quindi se l’ex-amministrazione fosse stata ancora in carica e lei al suo posto, avrebbe elaborato lo stesso piano?
E.C. – Come ho ripetutamente dichiarato, personalmente avrei puntato su un’azione di risanamento molto più corposa e complessiva, avrei quindi per esempio materialmente valorizzato la dismissione immobiliare pianificandone l’utilizzo degli importi, accanto al recupero di evasione tributaria sulla quale in effetti i commissari hanno puntato. Non solo, probabilmente avrei anche più volte rielaborato il piano stesso alla luce dei diversi interventi normativi che sono stati varati in corso d’anno. Sia perché in tal senso Corte dei Conti si è già espressa ammettendo la rivisitazione del piano fino alla trasmissione della relazione da parte del Ministero, sia perché è intervenuto il decreto legge 101, che agli enti in crisi finanziaria consente di dichiarare gli esuberi di personale a tutto vantaggio dei dipendenti vicini alla pensione, i quali conseguirebbero tale diritto con i requisiti “pre Fornero”. Ma ribadisco che il piano così come elaborato è un buon piano.
Ma a questo punto viene anche il dubbio: Possibile che la bocciatura riguardi l’elevato importo del risanamento?
E.C – Come emerge dallo stesso piano redatto dai commissari l’ammontare del risanamento necessario nei dieci anni è esattamente, come risulta dalle carte, 123.091 milioni di euro. Importo sicuramente non spropositato anche sommando allo stesso l’accantonamento, pari nel decennio a 25 milioni di euro, per i potenziali debiti fuori bilancio. Avendo elaborato molti piani di riequilibrio, ho potuto constatare che enti di dimensioni demografiche molto più ridotte, rispetto a Reggio Calabria, hanno proporzionalmente importi da ripianare di gran lunga superiori.
Se non è nell’importo potrebbe essere nella procedura la motivazione della bocciatura del piano?
E.C. -Ritengo di no, anche se in verità non so se poi l’amministrazione ha attivato il gruppo di lavoro promesso nel piano, che avrebbe dovuto vigilare sull’andamento dello stesso per intervenire con opportuni correttivi ed essere in grado di fornire tempestivamente ed esaustivamente i chiarimenti richiesti da Corte dei Conti. Personalmente avrei puntato sul gruppo di lavoro ed avrei anche accelerato tutte le procedure del piano e non solo, puntando molto sulla dismissione immobiliare, perfezionandola con i contratti e la riscossione, in modo da esibire dati concreti a Corte Conti.
Allora, così come si vocifera in città, potrebbe essere uno strano accanimento di Corte dei Conti nei confronti della città o una mossa a sfondo politico?
E.C – Francamente ritengo di no perché i miei rapporti pluridecennali con gli enti locali mi hanno dimostrato che Corte dei Conti fa il proprio lavoro egregiamente ed anche abbastanza asetticamente. Per altro ho constato personalmente come, anche Corte dei Conti Calabria, abbia intrattenuto, nel corso dell’esame dei piani, con gli enti locali interessati, uno stretto rapporto di consultazione e controllo dei dati confluiti nel piano. Debbo tuttavia ammettere che il rapporto collaborativo, previsto dalle norme, non è esercitato allo stesso modo in tutte le regioni d’Italia. Questo potrebbe comportare che un piano bocciato dalla sezione Calabria, se analizzato da altre sezioni avrebbe potuto essere stato approvato e viceversa. Per questo ho reso pubblica, nei giorni scorsi, la mia opinione che la norma salva enti va modificata ed uno degli interventi più urgenti è quello di centralizzare il responso sui piani, proprio per evitare difformità di giudizi.
Potrebbe essere più chiaro per chi non è “addentrato” nella materia?
E.C. – In parole povere intendo significare che se Corte dei Conti Calabria è più rigida, come sembra, nell’esame dei piani, rispetto alle altre sezioni regionali, per l’ennesima volta i comuni calabresi finiranno per essere penalizzati.
Allora che fare?
E.C. – Reggio come tutti gli altri comuni in Calabria e quindi la Calabria stessa, non possono permettersi il dissesto, quindi al di là dell’azione sul piano giudiziario, che i commissari hanno già annunciato di voler intraprendere, si rende necessario un intervento legislativo che sulla scia del decreto salva Roma, salvi in effetti tutta l’Italia.
Ringraziamo il dott. Cuzzola per il tempo dedicatoci, sicuri che lo “disturberemo” ancora in futuro ogni qualvolta avremo bisogno di chiarimenti per i nostri lettori.
Fabrizio Pace