Mentre Amleto si va avanti con il suo atroce dubbio (proporre ricorso alle sezioni unite della Corte dei conti o procedere con la dichiarazione di dissesto?), il dibattito sulla decisione dell’organo della Giustizia contabile di Catanzaro alimenta convinzioni contraddittorie. Anzi la bocciatura del Piano di rientro da parte della Corte dei conti regionale, che era stato condiviso dal governo, non fa altro che mettere acqua al mulino dei sostenitori sempre più numerosi convinti che in Italia “la giustizia non sia purtroppo uguale per tutti”. L’accanimento sulla città di Reggio, che gli otto anni di amministrazione Scopelliti avevano portato a livelli straordinari, continua ad apparire come una sorta di vendetta degli sconfitti, dei “nani” della politica che, sotto traccia, sfruttando le correnti schierate di media e dintorni stanno destabilizzando Reggio che, nello spazio di pochi anni, è precipitata nel tunnel della crisi. Da città della gioia, della speranza e del domani è diventata l’emblema della tristezza, della disperazione, dell’incubo per il futuro.
Certamente a questa bocciatura, una volte conosciute le motivazioni attese nelle prossime settimane, la Commissione straordinaria di Palazzo San Giorgio risponderà con il ricorso alle sezioni unite della Corte dei conti , nella speranza che esista il classico “giudice a Berlino” il quale possa fare giustizia nei confronti di chi tenta di eliminare l’avversario politico con la carta bollata, dopo che dalle urne ha avuto solo delusioni cocenti. Ma che Reggio venga trattata come “Calimero” è nei fatti. Grandi città italiane, amministrate dalla sinistra, come la Torino di Chiamparino, la Napoli del trio delle meraviglie (Bassolino-Iervolino-De Magistris), la Roma di Veltroni e Rutelli hanno buchi finanziari stratosferici, eppure assieme alla stragrande maggioranza dei comuni italiani in odore di dissesto hanno potuto godere di una legge ad hoc (la “salvo-comuni”). E Reggio? “No, tu no…”, avrebbe cantato il compianto Enzo Iannaci. A Reggio è stato riservato un trattamento diverso è inquietante, difficile da spiegare ai cittadini anche perché questo fantamatico buco sarebbe nell’ordine di qualche centinaio di milioni di euro mentre nei comuni “salvati” si parla di miliardi e miliardi. A questo punto vengono alla mente tutte i fatti giudiziari del ventennio berlusconiano, le grandi indagini che hanno riguardato anche una certa sinistra (quanto per fare qualche esempio: i casi Penati, Monte dei Paschi, Vendola giudicato e assolto da un magistrato fotografato con lui a cena, la tasse evase da De Benedetti, ecc.) o prescritte o ancora in corso. Si sta facendo tanto chiasso per il ministro Nunzia De Girolomo ma sta scivolando come acqua piovana sui vetri un’indagine a Reggio che riguarda “sistemazioni familiari” nell’ambito della sanità. Vogliano augurarci che anche queste inchieste vengano a galla per ristabilire un po’ di giustizia uguale per tutti. I falsi moralisti in un Paese democratico non dovrebbero avere futuro e, invece, galleggiano grazie a protezioni politiche (e non) che francamente lasciano perplessi. A Reggio, poi, si è creato un clima da inquisizione: per danneggiare l’avversario si affonda la città. E continuano ad avere voce pure personaggi insignificanti appartenenti a minuscoli partiti a carattere strettamente familiare che non dispongono più di alcuna rappresentanza nelle istituzioni perché ormai rappresentano solo se stessi. I loro proclami richiamano la famosa favola di Fedro quando anche l’asino ha sferrato un calcio al leone ferito. E il leone rivolto all’asino disse: “Pure tu, vergogna della natura!…”. Siccome c’è la certezza che prima o poi i nodi vengono al pettine, soprattutto nel momento in cui a decidere saranno i cittadini attraverso il voto, per coloro che giocano al massacro non ci dovrebbe essere spazio. Reggio sa bene da che parte sta la verità. D’accordo: chi mangia fa molliche, errori durante una gestione sono possibili perché nessuno è perfetto. Ma quel che conta sono i fatti, le opere e soprattutto chi dimostra di avere amore per questa città.
FRECCIA DEL SUD