Scontro istituzionale sul Piano di Rientro di Palazzo San Giorgio

La notizia giunge come una bomba in città, dopo le tante voci contraddittorie che hanno caratterizzato il dissesto di bilancio (certificato dalla Corte dei Conti in circa 118 milioni di euro). Numeri che, dopo il balletto di cifre che ha contraddistinto Reggio Calabria, sembrano ridicoli se paragonati alle altre città capoluogo d’Italia che sono maggiormente più “indebitate” di Palazzo San Giorgio. Dopo la “gogna mediatica”, che ha condannato la città allo scioglimento per “contiguità”, la Terna Commissariale ha presentato (sulla base del decreto cosiddetto Salva-Comuni) il Piano di Rientro per evitare il dissesto, considerato da più voci come un evento nefasto per la città e per i suoi cittadini.Un provvedimento decennale fatto di “lacrime e sangue” che aveva ricevuto il parere favorevole dell’allora Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. comune di rcUn Piano con cui la stessa Terna Commissariale – mandata dal Governo a “risolvere” la situazione economica del Comune dopo lo scioglimento – richiedeva la possibilità di accedere alla Legge Salva-Comuni Secondo le prime indiscrezioni sembra che la Corte dei Conti Sezione Calabria abbia (nonostante i rilievi richiesti e presentati dal Comune) ritenuto non congruo il Piano di Rientro costringendo ipso facto a procedere verso la strada del famigerato “dissesto”. Un paradosso tutto italiano e calabrese, visto che non è la prima volta che la stessa Sezione della Corte dei Conti assume provvedimenti in controtendenza ad altre sezioni regionali. Se le indiscrezioni dovessero risultare vere, oltre a palesare un possibile scontro istituzionale fra il Ministero, la Terna e la Corte dei Conti, non resta che attendere che il Comune possa impugnare il provvedimento davanti alle Sezioni Unite.In ogni caso la vicenda cela un paradosso irrimediabile, dove sembra sempre più evidente come Reggio Calabria sia diventata un “casus belli”, un corpo estraneo alla gestione amministrativa dello Stato, che si dovrebbe basare sulle sue leggi, ma che spesso vengono fraintese. Il rigetto, di cui si attendono le motivazioni, dimostra un non sense che inchioda o la gestione commissariale della città, incapace nonostante la presenza dei tecnici, o un pregiudizio di fondo che non ha potuto creare i presupposti affinché il Piano di Rientro non fosse ritenuto congruo e affidabile. Un contrasto che pone nuovamente l’accento sulla necessità di porre fine a questo scontro fra giustizia e politica dove la prima sembra dover determinare le mosse della seconda, anche quando questa è stata legittimata dalla presenza di tecnici, Prefetti e Commissari.

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.