Identità: un concetto difficile da definire ma strausato in ogni occasione. Tutti ne parlano: ma quanti saprebbero definirla? Tra l’altro, andrebbe distinta identità individuale e identità di gruppo. Un utile contributo è fornito da Diletta Carmi con il suo “L’identità ebraica come paradigma della contemporaneità” pp. 96 € 10 Aracne editrice www.aracneeditrice.it. L’ebreo è stato l’Altro per eccellenza: il primo Altro. E’ necessario distinguere tra ebraismo ed ebraicità. Il primo ha una valenza religiosa, la seconda è come il primo si sia dispiegato nei confronti della realtà circostante. Gli ebrei hanno anticipato il concetto di Bauman: identità liquida. Nel libro sono ricordati i momenti fondamentali della storia degli ebrei italiani. La piena libertà grazie allo statuto Albertino concesso da Carlo Alberto di Savoia. Le leggi razziali firmate – per un grottesco e terribile paradosso – da un altro sovrano sabaudo: Vittorio Emanuele III. Diletta Carmi ricorda come in Italia la Shoah è stata interamente addebitato ai nazisti trascurando le responsabilità degli italiani e delle loro classi dirigenti. E poi nel 1948 la nascita dello stato d’Israele. Racconta i due momenti pubblici, durante i quali il mondo ebraico è protagonista: il Giorno della Memoria e la Giornata della Cultura Ebraica. Due occasioni attraverso i quali è possibile conoscere l’ebraismo: che presentano però aspetti negativi. Nel primo caso c’è il rischio di una bulimia della memoria, presentare l’ebreo solo come vittima e far pensare alla Shoah solo come un evento ebraico. Per la Giornata della Cultura ebraica il rischio è monumentalizzare e/o musealizzare l’ebraismo. In conclusione, l’ebraismo e quindi gli ebrei, per molti è ancora qualcosa di lontano.
Tonino Nocera