
Dopo gli onori, necessario adesso andare fino in fondo. Niente più inganni.
La gente non crede più. I reggini non credono più. Nonostante questi due assunti, reali e per certi aspetti ovvi, sembra che la politica, al di là dei proclami di facciata, continui a pensare “in proprio”, scollegata colpevolmente dal proprio ruolo costituzionale, e quindi dalla società, rimanendo concentrata sui giochetti di sempre.
Siamo stati i primi, noi Repubblicani, a giudicare il commissariamento della città di Reggio un provvedimento ingiusto, uno “sfregio permanente” che marchiava indelebilmente Reggio Calabria, divenuta da poco città metropolitana. Nessuno, ad eccezione dei Repubblicani, alla luce di quel provvedimento, difese allora la città in parlamento, nemmeno quella componente che con la nostra stessa determinazione, ma sicuramente con più forza di noi, aveva fatto sì che la città diventasse metropolitana. Stranezze della politica.
Stranezze che però ora è opportuno evidenziare: a chi torna o tornerà utile che la città, a 18 mesi dal suo commissariamento, continui ad avere una commissione prefettizia alla sua guida? È una questione di interessi di partito o economici di uomini, o forse l’uno e l’altro assieme? Un “biscotto” in prospettiva di riorganizzazione di partiti allo stato disorganizzati? E perché rimandare l’avvio della città metropolitana?
Una larga parte della politica locale, quella del centrodestra, e del PDL in particolare, per più tempo ha additato gli avversari come “nemici” di Reggio, e forse non a torto, se consideriamo il modus agendi utilizzato da questi ultimi per la battaglia politica.
Quella componente, oggi, dopo aver difeso il proprio agire in riferimento al modello di governo della città, come si regolerà in questa fase transitoria con i suoi rappresentanti reggini divenuti nel frattempo parlamentari di maggioranza, e col proprio leader nazionale ora a guidare gli “Interni”? Si dimostrerà fino in fondo amica di Reggio? A vedere cosa sta accadendo sembrerebbe proprio di no.
L’emendamento all’art. 3 del disegno di legge 1542/2013 approvato in sede referente della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, attualmente in dibattito, sostanzialmente sta rimandando l’avvio della città metropolitana di Reggio Calabria al 2015 o, cosa più probabile, al 2016; manca ancora la discussione al Senato, ma non abbiamo motivi di dubitare, alla luce di quanto accaduto alla Camera il 21 dicembre scorso, che il percorso possa subire modificazioni. Lo speriamo ma temiamo che purtroppo non sarà così.
E gli “amici di Reggio”, ora nella maggioranza di governo, come stanno difendendo il nuovo status della città, frutto, peraltro, come detto, del loro importante operato? Accettando supinamente gli ordini di scuderia, oppure facendo battaglie per affermare, anche contro la volontà degli alleati di governo, che Reggio è Città metropolitana e come tale deve le stesse opportunità delle consorelle, a cominciare dal suo avvio?
A queste e altre domande la città chiede risposte. A queste domande la politica dovrà dare risposte; da esse si capirà se il bene proclamato verso questa città è di valore mutevole o assoluto. Noi Repubblicani sappiamo di avere dei meriti per quanto dato a questa città, ma sappiamo anche di aver avuto dirette responsabilità riferite alla storia recente della stessa. Consapevoli di ciò non vogliamo sottrarci al giudizio della gente, abbiamo a cuore le sorti di Reggio e sappiamo che con la politica delle buone pratiche, della seria e lungimirante progettualità, essa saprà riprendere il cammino. Perché ciò accada, però, la politica, tutta la politica, dovrà tornare a recitare quel ruolo nobile che la Costituzione le ha assegnato.
Oggi ci si affanna, spesso urlando, per trovare soluzioni tampone ai problemi che attanagliano il nostro territorio; certo, dare risposte alle urgenze è sì una necessità, ma prima di oggi non è pur vero che il nostro territorio ha vissuto in una condizione di infinita necessità e precarietà? Chi urla oggi, spesso facendo demagogia e populismo, a nostro avviso non sarà un buon amministratore domani, non serve urlare per affermare idee e proposte. La vera sfida diventa quindi trovare con lucidità le soluzioni più serie e definitive ai problemi, non provvedimenti temporanei che curino il sintomo e non la malattia.
Serve trovare larghe intese tra uomini e partiti, oltre gli steccati di posizioni ormai incomprensibili ai più. Diventa necessario creare interazione tra tutti gli attori che intendono riconoscersi nell’unico progetto possibile: la stagione della città metropolitana. Con coraggio, senza rinvii, senza calcoli e senza inganni. Non perdiamo, perciò, l’occasione del nuovo status metropolitano, abbiamo il dovere di crederci. Non capire l’importanza di questa opportunità, associata ai segni di ripresa economica del nostro paese e alle positive proiezioni finanziarie per il prossimo biennio, significa affossare colpevolmente le nostre comunità. Noi Repubblicani ci batteremo perché ciò non accada. I nemici di Reggio sono avvisati, tutti i nemici di Reggio. Siamo pronti alla lotta.
C/S