Troppe falsità sulla Tares: facciamo chiarezza

Conf Tares  Scopelliti Arena  Calabròdi. I.D. – Che lo sport preferito dai reggini fosse “il tiro a chi la spara più grossa” era risaputo. Ma negli ultimi tempi i praticanti di questo “sport” aumentano: e la competizione spinge a raddoppiare le falsità. Ad inventarsele ancor più eclatanti. Sulla vicenda Tares, ad esempio, si è superato ogni limite di decenza. “Sgrilli di piazza” e partiti politici, pur di attirare a se quattro voti e denigrare i competitors hanno cercato di far passare per vero ciò che è falso. Ciò che per Legge è falso. A dar manforte alcuni blog politicizzati e qualche solito giornalista che, pur di andar contro alle vecchie amministrazioni cittadine, scriverebbe di tutto. E così è stato. Il risultato: tanta confusione, con i cittadini convinti che la Tares arrivata nelle proprie case sia per colpa degli ex sindaci Scopelliti e Arena. Nulla di più faso. Il meccanismo di determinazione della Tares è molto semplice. Bisogna determinare un primo valore, che è il costo complessivo del servizio, nel quale confluiscono tutti i costi (le imprese che curano il servizio, i diritti pagati al commissario per l’emergenza ambientale, il costo del personale dell’ufficio tributi, un accantonamento per l’insoluto presunto, ecc.). “Determinato questo costo complessivo si divide per il numero dei metri quadri imponibili in tutto il comune. Si ottiene così la tariffa unitaria a metro quadro, che corretta per alcuni coefficienti, darà la tariffa per le utenze domestiche e quella per le utenze non domestiche”. La spiegazione più semplice ma anche quella più opportuna e dettagliata la fornisce il dott. Enzo Cuzzola, studioso della materia. Anzi una persona che questo tipo di conoscenza le trasferisce agli studenti o che addirittura le scrive sui maggiori quotidiani finanziari nazionali e sui libri di settore. Mai e poi mai, nel meccanismo di calcolo di Tares entrano i debiti pregressi pagati”. Cuzzola spiega anche, per l’ennesima volta, la differenza abissale tra i debiti ed il disavanzo. Un conto è il disavanzo, cioè il divario tra entrate ed uscite (di competenza, cioè semplicemente maturate) pregresse, un conto sono i crediti e debiti ancora da riscuotere e pagare. Infatti i crediti sono la differenza tra le entrate maturate e quelle riscosse (perché pagate da chi doveva) ed i debiti sono la differenza tra le uscite maturate e quelle effettivamente pagate ( a chi erano dovute). Ora i pagamenti che il comune ha fatto per circa 97 milioni di euro, non sono il disavanzo, infatti gli stessi corrispondono a somme regolarmente impegnate negli anni pregressi. Mai e poi mai possono essere entrati o possono entrare o possono minimamente determinare la quantificazione della Tares. Ma mai e poi mai hanno a che fare con il disavanzo. Parliamo in sostanza di valori diversi e dal diverso significato contabile e logico.  Il disavanzo è il divario tra entrate e spese maturate negli anni. I debiti sono gli importi riferiti ad uscite maturate ma non ancora pagate, probabilmente perché non sono stati riscossi i crediti maturati, che ne avrebbero consentito il pagamento. Per questo nasce lo sblocca crediti (dl 35/2013, al quale tutte le amministrazioni, su tutto il territorio nazionale, hanno fatto ampio ricorso)”. Il costo del servizio che è l’importo sulla base del quale si quantifica poi la tariffa Tares. Tre valori che tra loro non hanno alcuna reale interferenza, tre valori che non hanno neanche nulla di omogeneo”. Anche perché la Tares, introdotta dal Governo Monti, prevede da parte dell’Ente la copertura del 100% del servizio, non un euro in più. Dunque se 37 milioni sono stati calcolati (nella speranza che a breve i commissari anche su pressione del Governatore Scopelliti, abbassino le tariffe) dal Comune, tutti e 37 milioni andranno a coprire il servizio di smaltimento rifiuti. Nessun euro in più può essere utilizzato per altro. Sarebbe un grosso “errore“ ai limiti della normativa vigente.

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