di Annalisa Brivio – Il 2013 ha oramai le ore contate. Tra poco raccoglierà i suoi eventi, le sue gioie ed i suoi dolori e lascerà il posto al 2014. Quante cose da ricordare, quante che invece si vorrebbero dimenticare. Ci sarà chi farà i soliti bilanci e chi, oramai, ha già da tempo accantonato le smorfie e raccolto in un sacchetto le risate ed i momenti felici spazzando tutto il resto. E voi siete pronti? Il mese di dicembre è noto non solo come il mese degli auguri ma anche del “cosa fai all’ultimo?” Già, la domanda più odiosa ed inutile, seguita a pari merito dal “Hai il fidanzato/a?” e da “Quando ti sposi” con la variante del “Quando metti la testa a posto”. Come ogni anno tante alternative e poche idee. La fascia d’età che in genere va dai “quest’anno è il primo capodanno con gli amici” sino ai 25 anni circa, in genere ha due opzioni, la festa in casa dell’amico che ha spazio a disposizione e la festa in discoteca. I primi il pomeriggio del 31 vagano per i supermercati alla ricerca degli ultimi salatini e delle ultime bottiglie, i secondi sono concentrati nella definizione del look che li farà primeggiare come i più “in” del brindisi. Serata in taverna con deejay improvvisato o in discoteca spalla a spalla con gli altri come il resto dell’anno? Scelta ardua che per fortuna non mi riguarda, questa è una delle poche cose per cui sono felice di non rientrare più in questa fascia d’età.
Proseguendo con le statistiche homemade, dai 25 ai 35/40 circa (escludendo le coppie con prole) la varietà di alternative aumenta. Si parte con 3 giorni di full immersion in una città europea con fuochi d’artificio in piazza allo scoccare della mezzanotte. Seconda alternativa è la cena tra amici in casa di amici, altro non è che l’evoluzione naturale della festa in taverna. La musica c’è, ma in sottofondo. Non si balla sino allo stordimento e non si pomicia sul divano della mamma ma si sta tutti seduti ad un tavolo gustando la cena a cui tutti hanno partecipato ed aspettando la mezzanotte con la bottiglia in fresco ed il cotechino e le lenticchie sul fuoco. Una variante è la cena al ristorante, l’ambiente non è quello domestico e a spadellare sono altri. In genere la più apprezzata da chi , per il pranzo di Natale, ha ospitato a casa propria i parenti sino al terzo/quarto grado.
In ultimo, ma non ultimi, ci sono i fuggitivi. Coloro che decidono di partire per mete lontane, calde o non, ben sicuri che un aereo ed un bel po’ di chilometri li separeranno dal proprio quotidiano. Dai 40 in poi, chi è accessoriato dalla prole opta in genere per la casa; che sia dei genitori, di amici o la propria. Qui l’età dei figli è la variabile che fa la differenza. Anche per loro la cena al ristorante è un’ottima opzione. A differenza della precedente categoria, nella scelta dei 3 giorni fuori porta, optano per hotel con qualche stella in più, giusto perché le comodità diventano oramai una necessità dei buoni vizi acquisiti durante gli anni. Non importa dove passiate questa serata, l’importante è che oltre ai chili adottati con i pranzi natalizi, con voi ci siano le persone che vi fanno star bene ed a cui sarete lieti di augurare un nuovo anno ricco di soddisfazioni.